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Ma voi.... si provò a dire il derubato. Silenzio, se no ti faccio freddo! interruppe il Guercio, mostrandogli, uscito a mezzo fuor della manica, il suo coltellaccio. Tu non hai cura del tuo metallo, e il primo mascalzone che passa potrebbe rubartelo. Dammi il portamonete, il borsellino, o quel diavolo che sar

Non avrei logorata la mia giovinezza, e sarei rispettata un pochino di più. Non pensate a queste sciocchezze, Maddalena; il Guercio vi vuol bene. L'altro giorno ancora me lo diceva; se faccio tanto di guadagnare certi quattrini, vo' metter su casa e sposarmi la Rossa.

Con buona pace del notaio, e dell’anima sua, imperocchè egli è di presente tra i più, io m’attengo ad una vecchia cronaca dei signori Del Carretto, la quale ci narra essere stata così battezzata la torre da Enrico il Guercio, che fiorì nel 1140, e fu contemporaneo di Ugo il Negromante, imperocchè quella torre, o castello, era una spina per lui, cioè un ostacolo all’accrescimento dei suoi dominii da quel lato.

A voi queste alzate d'ingegno non mancano.... Ha altro da comunicarmi? chiese il Bello, inchinandosi a quella lode meritata. , che troviate il Guercio, per dargli l'appuntamento ed esser sicuro di lui e de' suoi compari. Fino a domani, poi, cercherete di stargli a' fianchi, perchè non vi giri nel manico. Perciò vi consiglio, per questa sera, a lasciare in disparte anche la Violetta.

Orbene, io vi pagherò la mezza per intiera, purchè facciamo la pace. Suvvia, Maddalena; non vedete che ho fatto per celia? Ditemi, quando sentiremo le denunzie nella chiesa dei Servi? Il Guercio vi ha pure promesso di darvi presto l'anello! Oh, siete tutti d'una pasta, voi altri uomini! Così non avessi mai dato retta ad alcuno!

E trasse fuori, appuntandone le sei canne giranti di acciaio al petto del Guercio, una di quelle rivoltine inglesi che paiono fatte per capire nel pugno.

Non si può; disse il Bello, che difendeva la sua preda coll'unghie e coi denti; ho sempre parlato di mille lire, e su mille siamo rimasti. Che cosa direbbe l'amico de' fatti miei, se gli barattassi le carte in tavola? Oh, se non c'è che questo di rotto, mio buon Garasso, ve l'accomodo io! rispose il Guercio. Ci ho tutto quello che fa al caso vostro. Che cosa? domandò il Bello, tremando.

Intanto il Guercio aveva saltato le panche, ed era venuto di costa al Garasso, che lo aspettava. Oh, eccovi qui, buona lana! disse il Bello. Presente! rispose l'altro. Volete che andiamo a bagnarci il becco? S'intende. Ho da parlarvi a lungo. E anch'io, perdinci! Che ve ne pare? disse il Bello. Andiamo dalla Piccina? Laggiù ci si sta come papi. No, non ho tempo da perdere.

Il Guercio era un coso smilzo smilzo, che parea fatto a posta per uscir da ogni fesso, a guisa delle lucertole. Aveva la faccia scura e di poca apparenza, come un fico d'inverno, i capegli neri, ruvidi e corti, come le poche setole che gli ombreggiavano le labbra sottili. Il segreto della sua et

Dunque per il real lucro cessante cento zecchin fûr chiesti pel gigante. Orlando gli pagò subitamente, piú del solito guercio ma scherzevole, dicendo: Ella è un signor conveniente: la richiesta è discreta e ragionevole. La prego a riverirmi il suo cliente, al qual parto obbligato ed amorevole. Il cielo a lei mandi sempre lavoro e quanto le desidero nel fòro.