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Aggiornato: 13 giugno 2025
Andai a vedere il claustro; ma poichè era aperta la porta della chiesa per la quale ci si va, lo vidi prima d'entrarvi. D'in mezzo alla chiesa si scorge una parte del giardino del claustro, un gruppo di grandi alberi frondosi, un boschetto, un mucchio di rigogliosa verzura che par che chiuda la porta, e si mostra come inquadrato sotto un arco elegante e in mezzo a due svelte colonne del portico che ricorre tutt'intorno. È una vista deliziosa che fa pensare ai giardini orientali, veduti tra mezzo alle colonne delle moschee. Il claustro è vasto, e circondato di un portico di forme leggiadre e severe; i muri sono coperti di grandi dipinti a fresco. Qui il cicerone mi consigliò di riposare un poco per prepararmi a salire sul campanile; m'appoggiai a un muricciuolo, all'ombra d'un albero, e stetti l
Il principale quartiere chiamato El-Orfa, contiene gli edifizi governativi, delle piccole moschee, una casa ad un piano abitata prima dal governatore egiziano, una caserma, un magazzino di polvere ed una filiale dello missioni cattoliche di Chartum, tutta ruinata dai guerrieri del Mahdi che la saccheggiarono dopo la presa della citt
Viene di tratto in tratto qualche spagnuolo rinnegato a cercare il signor Patxot. Si dice che questi disgraziati siano intorno a trecento in tutto l'Impero. I più sono spagnuoli, condannati per delitti comuni, che fuggirono dalle galere della costa; gli altri, in parte disertori francesi, fuggiti dall'Algeria; in parte canaglia avventuriera venuta da differenti paesi d'Europa. In altri tempi salivano ad alte cariche nella corte e nell'esercito, formavano corpi militari speciali ed erano lautamente pagati. Ma ora le loro condizioni son molto mutate. Appena giungono, abiurano la religione cristiana e abbracciano l'Islamismo, senza circoncisione nè altre cerimonie, pronunziando semplicemente una formula. Nessuno bada poi che adempiano o no i doveri religiosi; i più, infatti, non metton mai piede nelle moschee e non sanno neppure le preghiere. Per legarli al paese il Sultano esige che si sposino subito. D
Risuscitò l'ignota poesia, Evocando col suo desir possente Il fulgore infocato e la magìa Dell'Orïente, I monumenti sotto il cielo aperto Nella tòrrida luce polverosa, E la sublime noia del deserto Senza una rosa. Disse Bisanzio dove l'onda bagna L'alte moschee dalle dorate fronti, I calli angusti nella dolce Spagna In mezzo ai monti.
Ripetei che non potevano essere che casi eccezionali: non rispose. Più religiosi voi? domandò poi bruscamente. No! E dopo qualche momento: No! Basta essere entrati una volta nelle vostre moschee. Ora dite, soggiunse poi, incoraggiato dal mio silenzio; nei vostri paesi, succedono meno matamientos? Qui sarei stato imbarazzato a rispondergli.
Rassicurate dall'Ambasciatore, si calzarono. Così è infatti. Non sono assolutamente obbligati ad andar sempre a piedi nudi; ma dovendo levarsi le babbuccie quando passano per certe strade, davanti a certe moschee, accanto a certe cube, finisce per essere lo stesso. E non è questa la sola nè la più umiliante vessazione a cui vanno soggetti. Non possono testimoniare in giudizio, e debbono prostrarsi a terra parlando davanti ai tribunali; non possono possedere terreni o case fuori del loro quartiere; non possono andare a cavallo per la citt
Scomparso il Sultano, si confusero le due schiere dei grandi personaggi, e vennero verso di noi Sid-Mussa, i suoi figliuoli, i suoi ufficiali, il ministro della guerra, il ministro delle finanze, il gran sceriffo Bacali, il grande cerimoniere, i più grossi pezzi della corte, sorridendo, vociando, agitando le braccia in segno di festa. Poco dopo, avendo Sid-Mussa invitato l'Ambasciatore a riposarsi in un giardino del Sultano, si montò tutti a cavallo, si attraversò la piazza, s'infilò la stradicciuola misteriosa e s'entrò nell'augusto recinto del quartiere imperiale. Vicoli fiancheggiati da alti muri, piazzette, cortili, case in rovina, case in costruzione, porte ad arco, corridoi, giardinetti, piccole moschee, un labirinto da perderci il capo, e per tutto operai affaccendati, schiere di servi, sentinelle armate, e qualche viso di schiava dietro le inferriate delle finestre e agli spiragli delle porte: non si vide altro. Non un edifizio di bella apparenza, nè altra cosa, fuor delle guardie, che indicasse l'abitazione d'un Monarca. Entrammo in un giardino vasto ed incolto, tutto viali ombrosi incrociati ad angolo retto e chiuso da mura altissime come il giardino d'un convento, e di l
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