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Ma rimaneva ancora da fare un po' di strada in omnibus; m'arrampicai sul tetto del primo che vidi, mi lasciai condurre fino al termine della corsa e poi tornai al punto di dov'era partito. Strada facendo, ebbi più volte occasione di meravigliarmi della famigliarissima disinvoltura colla quale uno qualunque dei miei vicini, per passare da una parte all'altra dei sedili, si serviva della mia spalla come punto d'appoggio, facendomi per un momento sentire il peso di tutta la sua persona, e dandomi poi nell'atto di levare la mano una scossa vigorosa, come un ginnastico che butta via l'asta dopo aver saltato la corda. Il primo che mi rese questo servizio, siccome mi colse all'improvviso, mi fece rimanere mezzo stroncato. Come di ragione, mi voltai, almeno per avere il compenso d'un sorriso che volesse dire: Scusi. Che! M'aveva voltate le spalle senza darsi l'incomodo di guardare quant'ero lungo. Visto che s'usava così, presi le mie precauzioni, e ogni volta che vidi un vicino stender la mano, gli porsi la spalla, dicendo: Si serva ; e così tenendo duro fin che si fosse servito, restai un po' meno sconquassato. Ma fui poi compensato, su quello stesso omnibus, dal piacere che provai persuadendomi che si può benissimo fare una piacevole conversazione senza capirsi. Un giovanotto accanto a me, che pareva molto allegro, mi rivolse la parola in inglese. Io risposi in francese: non capisco. Egli non capì che non capivo, e tirò innanzi ridendo. Feci cenno col capo di no, di no, che non s'incomodasse, che era fiato perduto. Il caso volle forse che quel no cadesse a proposito a una domanda che m'aveva fatta, e continuò più infervorato che mai. Allora, poichè parlava con tanto piacere, finsi di capire, facendo dei mezzi sorrisi e dei cenni indeterminati, che non potessero discordare recisamente da nessuna cosa che mi dicesse. Poi, cominciando ad annoiarmi di far quella parte, pensai che s'egli mi parlava una lingua che io non capivo, io potevo bene parlargli una lingua che non capisse lui; e mi misi a discorrere in italiano. Era buio pesto; nondimeno rise, mi battè la mano sul ginocchio, stette a sentire con un'aria di curiosit

«Io possiedo in modo certo ed autentico la pissidina, o vasetto, che serviva a questo così santo, pietoso, e memorabile uso, e mi attento farne dono a Vostra Santit

In secondo luogo, dato e non concesso che il conte Malatesti potesse pentirsi fra due anni di un matrimonio in casa Guerri, sarebbe sempre stata una vendetta troppo lenta per la vostra signora madre. Non la serviva meglio, e in soli sei mesi di tempo, un matrimonio del conte Gino in casa Baldovini? Pensateci, nervosa contessa, e ci darete ragione, sincera come siete, e spregiudicata parecchio.

EROTICO. Io taccio e ascolto, e per ascoltar meglio comprarei un altro paio di orecchie. ATTILIO. Sappiate che, trovandosi Pardo mio padre a' serviggi della regina Bona in Polonia, ché la serviva di scalco, per stanziarvi piú aggiatamente mandò a chiamar Costanza sua moglie e Cleria sua figlia, allora bambina, da Nola, perché condusse me seco, ch'era un poco grandetto.

In lei crebbe il pianto e il desiderio: e in lui, quando venne ad offerire il calice, crebbe lo stimolo della coscienzia, costrecto dal servidore dello Spirito sancto che provedeva a quella anima. E come provedeva e lavorava in quel cuore dentro, cosí el mostroe di fuore, dicendo a quel che 'l serviva: Dimanda se ella si vuole comunicare, ché Io lel darò volontieri.

la memoria lo serviva meglio: non ricordava le moine, i sorrisetti, le pose procaci della bella donna davanti al cognato. Forse non aveva neppure osservato codesti fatti; certo, non capiti.

Il superiore era pentito di aver promesso al cavaliere di Malta il silenzio: chè altrimenti avrebbe potuto far arrossire don Francesco, il quale si serviva dello stratagemma per deriderlo. Oh capisco, disse il duca; vedo che bisogner

Ora, questa gerla la sporta era tutto un mondo pel lazzarone. Aveva bisogno di portare un fardello? la gerla gli serviva di carrettello. Pioveva? la gerla gli serviva di paracqua. Aveva sonno? la gerla gli teneva luogo di origliere. Voleva sedere come un sibarita? e' si faceva una poltrona della gerla.

Qui egli aveva due camerette al piano superiore. Sul suo letto, coperto con una coperta gialla, era appesa una sacra immagine e un vasetto di cristallo coll'acqua benedetta, del quale egli si serviva tanto come dello specchio che stava nel canterano. Ora questa stanza è abitata da un capitano francese.

Questa prescrizione fu probabilmente inspirata da due motivi: Il primo valeva a raffermare la pena di morte di cui si era reso meritevole l’assassino, il secondo serviva a mantenere negli animi il dovuto orrore pel sangue versalo.