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Olimpia s'è fidata di me e non ci è altro che lo sappi, e ogni cosuccia che si scoprisse estimarebbe subito che fosse uscita da me. Taci e ascolta. ANASIRA. Taccio e ascolto. BALIA. Sai bene come i mesi adietro Olimpia dimorò in Salerno in casa di Beatrice sua zia un certo tempo.

Caro amico, per conto di costui stimo conveniente far passata; sarebbe un osso ove rischieremmo di rompere i denti quanti siamo: costui ha in mano tutto il popolaccio di Pisa e tutto il litorale fino a Livorno. Basta basta; m'inchino e taccio, disse Catone; gireremo di bordo.

PANDOLFO. Oimè! oimè! oimè! VIGNAROLO. Di che piangete? PANDOLFO. Della sposa che ho perduta, delli argenti e della perdita di me stesso! VIGNAROLO. A che vi giova il pianto? siate presto acciò l'indugio non vi toglia il rimedio. PANDOLFO. O infelice me piú di quanti uomini sono al mondo! vado a trovar l'astrologo, benché l'impresa è da disperarsi. Tu entra e taci. VIGNAROLO. Entro e taccio.

E gia` 'l maestro mio mi richiamava; per ch'i' pregai lo spirto piu` avaccio che mi dicesse chi con lu' istava. Dissemi: <<Qui con piu` di mille giaccio: qua dentro e` 'l secondo Federico, e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio>>. Indi s'ascose; e io inver' l'antico poeta volsi i passi, ripensando a quel parlar che mi parea nemico.

A mano a mano che i contorni del viso di Lucifero prendevano forma sotto le pennellate dell'artefice, cresceva la bellezza del tipo, e, insieme con la bellezza, balzava fuori una rassomiglianza, che faceva sudar freddo lo sciagurato Taccio di Credi. Strano a vedersi, e più strano a raccontarsi!

«Questo diportarsi di Carlo fu uno scandalo per tutto il reggimento, che lo tacciò senza esitazione per atto di vilt

Vedervi, stringervi la mano, udirvi parlare, respirare l'aria stessa respirata da voi... oh! che bel giorno ieri! Lo ripenso continuamente, senza posa, intanto che lavoro, intanto che faccio scuola, intanto che mangio o che parlo o che taccio, che passeggio o che dormo, sopratutto quando dormo perchè il mio sonno non è che un lungo colloquio con voi.

Io giá non dico che la fante non sia una buona robba; ma basta che li parve essere ai ferri con Lúcia ch'era stata giá cagione ch'egli aveva mandato il senno in poste. Di Calonide taccio, c'ho rispetto di mentovare invano una sua pari che digiuna l'avvento. State attenti, vi prego, senza strepito; ché qui non vi si chiede danari altro che vi debba dispiacere. Un'altra volta comandate a noi.

È noto che Luigi XVIII non si mostrò affatto quello schiavo dello straniero, che lo tacciò l'opposizione invelenita. Quantunque partendo dall'Inghilterra avesse detto al principe reggente le indecorose parole: «dopo Dio, devo il mio trono a questo glorioso paese», pure non gli mancò interamente il senso dell'onore dello stato. il paese dové in minima parte alle sue preghiere le miti condizioni della prima pace di Parigi. Poi, in onta, naturalmente, alla Germania, cercò di strappare lo stato all'isolamento, e al Congresso di Vienna gli riuscì di stringere contro la Prussia e la Russia l'alleanza, che era tanto onorevole per l'abilit

Taccio or del gran legnaggio piú ministri i quai, se avesse aúto ai primi tempi Roma, via piú d'onor l'ariano ornata che Fabrizio Caton Scipio: il gran Salviati, un Tomaso, un Francesco; un di prudenza, un di bontade esempio e l'altro di giustizia, il Guicciardino; il qual la terra nostra or teme ed ama.