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Ora, questa gerla la sporta era tutto un mondo pel lazzarone. Aveva bisogno di portare un fardello? la gerla gli serviva di carrettello. Pioveva? la gerla gli serviva di paracqua. Aveva sonno? la gerla gli teneva luogo di origliere. Voleva sedere come un sibarita? e' si faceva una poltrona della gerla.

Inutile scrivere al professore dissi al vecchietto che mi aveva portata la lettera fra mezz'ora sarò da lui. Sulla soglia, uscendo, il vecchietto si voltò per raccomandarmi: Sa, signore: il paracqua! Il tempo minaccia. Si preparava, difatti, una brutta giornata: cielo grigio, aria umida e fredda. Qualche goccia di pioggia mi colpì sulla faccia appena misi piede fuori di casa.

Impossibile mormorò, com'ebbe acceso il lume e gli tornò l'animo impossibile..... Questa è vita che non può durare... Si vestì e scese. Mettendo il piede nella strada si ricordò di non aver preso il paracqua.

Oh! come è bello! sclamò il duca, guardando il viso di Bianca, e per conseguenza volgendo le spalle alle cascate. Bianca partì in uno scroscio di riso e disse: Piede a terra, allora, mastro Alain. Lo staffiere prese i cavalli. La principessa si appoggiò al braccio del duca, e cominciò a discendere il burrone. Aprite dunque il vostro paracqua diss'ella; noi andiamo...

Gino, uscito da casa Melikoff, contro al solito quella notte non si avviò verso il club. Aveva bisogno di essere solo, di fantasticare. Passeggiò come lo portavano le gambe, a caso, per viottoli e strade deserte, camminando nel fango e nelle pozzanghere colle sue scarpine da ballo, colla pelliccia aperta, quantunque facesse un freddo acutissimo, e col paracqua chiuso quantunque cadesse un'acquerugiola fitta come neve. Suonavano le quattro quando si trovò sulla porta dell'albergo. Le quattro!... Dodici ore ancora!... Una eternit