United States or Hungary ? Vote for the TOP Country of the Week !


ne' quantunque perdeo l'antica matre, valse a le guance nette di rugiada, che, lagrimando, non tornasser atre. <<Dante, perche' Virgilio se ne vada, non pianger anco, non pianger ancora; che' pianger ti conven per altra spada>>. Quasi ammiraglio che in poppa e in prora viene a veder la gente che ministra per li altri legni, e a ben far l'incora;

Intanto che promoveasi la costruzione di legni nell’Arsenale di Palermo⁹, si deliberava quella di otto grandi strade rotabili per oltre 700 chilometri , ma il voto dovea attender dell’altro il suo compimento. ⁹ A. Sansone, Storia del R. Istituto Nautico, p. 2. Palermo, 1892.

L'istituto esisteva fin dal 1740, ma per difetto di concorrenti aveva vissuto una vita stentata ed anemica fino al 1784, perchè la massa dei Dalmati aspiranti ai gradi dell'esercito preferiva la via più lunga ma più avventurosa del servizio anfibio sui pubblici legni e verso i confini turcheschi, a quella più tediosa e nuova degli studî e dei riparti d'istruzione.

Maria! a un uom com'io son fatto, in questa guisa? per un bardasso, ch'io non so chi sia, che fe' Parigi scoppiar dalle risa, giugnendo di Guascogna con la rozza e con quel suo staffiere e la carrozza! Io nella stalla ho sessanta corsieri, svimèr, landò, carrozze, venti legni d'intaglio e d'oro con belli origlieri, fodere di velluti ricchi e degni.

Veleggiavano i legni del Medici rapidamente, abbenchè sobbalzati dalle onde che scagliavano i loro spruzzi a bagnare per sino la sommit

In quel momento, per la via deserta, s'udì un gran rullìo di carrozze, e due legni si fermarono davanti al portone della palazzina. Eugenio, con gli occhi fuori della testa, si lanciò giù per le scale e nel portone s'incontrò col conte Ottavio Reginaldi, seguìto da un segretario di prefettura, da un sanitario municipale e da quattro guardie. Eugenio! esclamò il conte: e tu che ci fai, qua?

Eran dodici prore, altieri legni, Tutte di smalti variate e d'ori, In cui vegghiando più famosi ingegni Impressero d'avorio almi lavori; Quivi di Colco abbandonati i regni Son mille scelti infra guerrier migliori Che a fatica di Marte usino armarsi, E la Reina lor detta Anacarsi.

Il Borserio appena fu deposto sul ponte mandò alcuni inarticolati accenti e spirò, con grave cordoglio di Falco e de' suoi soldati che lo estimavano prode guerriero e valentissimo comandante di nave: esso, a differenza degli altri uccisi che erano gettati nelle onde, venne calato sottocoperta, dove furono collocati i feriti d'entrambi i legni.

Così prostrossi boccone nella sua piroga il selvaggio indiano, che sentivasi irresistibilmente strascinato verso la cascata del Niagara. Non appena i due legni si furono avvicinati, chiamarono il Caspio all'obbedienza, ed ammainate le vele, si venne all'arembaggio.

GUGLIELMO. Oh oh! dispiacemi che per li travagli del viaggio io sia fievole e cagionevole della persona che non possa difendermi. VIGNAROLO. Or dimmi se sei Guglielmo! poiché non posso con le buone parole far che tu non sia, lo farò con i legni. GUGLIELMO. Volessero i cieli che non fossi Guglielmo o che non fossi mai stato, e che io fossi te e tu me, che io dessi e tu ricevessi le pugna!