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Aggiornato: 9 giugno 2025


È impossibile che Pietro passando sotto silenzio i veri suoi dritti si fondasse tutto in su quella vaga asserzione; e ciò contro il detto ai potentati d'Europa; e ciò nel primo atto in buona forma ch'ei mandava allo usurpatore; e ciò mentre papa Martino solennemente favoreggiava e sostenea costui, onde sarebbe tornata vana qualunque anteriore concessione di Niccolò III. Aggiungasi che se fosse stata vera questa lettera di Pietro, la corte di Roma non avrebbe lasciato di smentirlo; e che egli all'incontro, quando fu deposto dal reame d'Aragona appunto pel fatto di Sicilia, avrebbe protestato di certo, pubblicando la concessione di Niccolò III.

Mentre Giuliano si avvicinava come usurpatore a Costantinopoli, Costanzo trovavasi ad Edessa, impigliato nella guerra contro i Persiani. Ad Edessa arrivava l’annuncio che Giuliano, rapidamente percorsa l’Italia e l’Illiria, aveva gi

E se l'ebbero dagli stranieri che per dieci secoli eglino stimolarono senza posa e affannosamente a irrompere sull'Italia ogni qualvolta il loro regno pericolava, e vi chiamarono successivamente Franchi, Sassoni, Inglesi, Angioini, Spagnuoli, Ungheresi, Turchi, Svizzeri, Francesi, Austriaci per essere protetti dalle impertinenze dei sudditi che considerando il papa-Dio un impostore; e il papa-re un usurpatore e un tiranno, non avrebbero tardato un'ora, senza quegli angeli custodi, a metterlo alla porta e peggio.

E quindi a un tratto, senza che si veda bene il perché, Arduino piú che mai abbandonato, ovvero stanco o infermo, si fa monaco all'abazia di Fruttuaria, dove poi muore addí 29 ottobre 1015. Uno degli uomini piú variamente giudicati nella nostra storia, re legittimo, usurpatore, scomunicato, santo fondator di monasteri; ad ogni modo ultimo italiano che abbia osato por mano alla corona d'Italia.

« Questo comanda Enrico re di Germania ad Ildebrando usurpatore del ponteficato e falso pastore di Roma » ¹. ¹ VOIGT, Storia di Gregorio VII.

Intanto se il vescovo di Roma si arrabattava a prevalere sopra i suoi uguali manco il vescovo di Costantinopoli rimaneva con le mani alla cintola, e in certo Concilio radunato per giudicare di un vescovo di punto in bianco si piglia il titolo di Universale. Questi fu Giovanni digiunatore. Se Pelagio saltasse su i mazzi non è da dire; vomitò ingiurie a bocca di barile, e per ultimo in nome di san Pietro buttò all'aria tutti gli atti del Concilio. Troppo più fiero di lui Gregorio magno, però, che stemperati in ogni mala cosa, nella violenza delle parole turpi, i Pontefici non conoscano confine: vale il pregio considerare quello, che Papa Gregorio magno non aborrisse proferire contro questo patriarca usurpatore del titolo di Universale: «tu stai di casa vicino al diavolo, e quanto presumi è scelleraggine espressa; tu proprio ammannisci la ruina del sacerdozio il quale venne istituito da Dio per dare l'esempio della umilt

Il partito d'azione o dei frementi, audace e circondato di prestigio per le splendide glorie e le memorabili sciagure del 1833, del 1844, del 1848, del 1849, del 1853, del 1857, del 1859, del 1860, del 1862, del 1864 e del 1866, voleva ad ogni costo l'Italia riacquistata da valore italiano, detestava il sire usurpatore del Due Dicembre e contro ogni costui trama e prepotenza imponeva e tentava la liberazione dei sette colli, da dove soltanto riteneva potersi parlare all'Italia intiera.

Nondimeno, perch'ei, come usurpatore, conoscea feudal signore il papa, e la religione a quei teneasi come pauroso fantasma, non patto di giustizia e di pace, parve ai nostri, che il sommo pontefice solo riparar potesse lor torti, pastor egli e sovrano. Perciò allo scoppiare del vespro i Siciliani poi gridavano il nome della Chiesa.

ALONZO, Re di Napoli. SEBASTIANO, suo fratello. PROSPERO, Duca legittimo di Milano. ANTONIO, suo fratello, usurpatore del Ducato di Milano. FERDINANDO, figlio del Re di Napoli. GONZALO, vecchio e onesto consigliere del Re di Napoli. CALIBANO, schiavo deforme e selvaggio. TRINCULO, buffone. STEFANO, servo ubriacone. Padrone della nave, Quartiermastro, Marinari. MIRANDA, figlia di Prospero.

Il vecchio non sapeva mettersi in pace: un odio sordo s'alimentava di continuo in lui contro quello "spregiudicato usurpatore" ed era odio così implacabile che se solamente il professore passava per caso dinanzi alla trattoria di Tricesimo, dove il Morganti soleva bere la sua tazza di birra facendo con gli amici la partita a tresette, il suo viso diventava scarlatto e la vista gli si annebbiava da non distinguere più le carte che aveva tra mano.

Parola Del Giorno

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