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Aggiornato: 25 maggio 2025
« Questo comanda Enrico re di Germania ad Ildebrando usurpatore del ponteficato e falso pastore di Roma » ¹. ¹ VOIGT, Storia di Gregorio VII.
To'! questa sì che è sublime! sclama l'arcivescovo di Salerno, incaricarsi dell'educazione di un giovane quel Gregorio VI, che fu il più grosso barattiero del suo tempo, ed a cui per la smisurata ignoranza il popolo romano ebbe ad assegnare un collega nell'esercizio del ponteficato! Oh! spectatum admissi risum teneatis amici?
In certe lettere scritte al Cardinale Fiesco così occorre descritto: «del proprio è avaro: di rado concede, e più di rado piglia; al rompere del dì celebrava messa: chi ami, e se qualcheduno ami s'ignora: a non trascorre mai alla ira: dai sollazzi rifugge: allo annunzio della sua elezione al ponteficato non esultò; all'opposto fu sentito sospirare per angoscia.»
Voglio essere vescovo d'Oria, di Parma, dell'inferno insomma, di dovunque; ed in compenso ti svelerò una coppia di segreti, che tu dovresti dare tutto quanto il tuo ponteficato e due terzi dell'anima per saperli. Ah! non si tratta che di questo? Se non t'importa saperli, io ti reputo un semplicione, avvegnachè tu sappia tanto dentro nel latino e nei santi Padri, ti saluto e vado via.
Or bene, Enrico accolse a Sutri un concilio, dove il solo Gregorio comparve, e ne creò un quarto papa, Clemente II. L'arciprete non si ostinò a restare nel ponteficato. Depose la tiara incautamente compra, e venuto in molta grazia dell'imperatore, unitamente al suo protetto lo accompagnò in Germania.
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