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Aggiornato: 10 luglio 2025


Senza forze, senza danaro, e colla febbre indosso aveva fatto il viaggio a piedi, chiedendo la elemosina per via, e dormendo sulla nuda terra, quando al suo aspetto spaventoso i contadini si rifiutavano di lasciarlo passare la notte sul fieno.

S'è proclamato, voi dite, in faccia all'Europa che le condizioni d'Italia abbisognano d'energici rimedî. Signore! Il proclama che voi attribuite alla politica del marchese d'Azeglio e alla vostra, s'è scritto e si scrive, da oltre mezzo secolo, col sangue dei mille martiri, che dai Napoletani del 1799, a PISACANE ed ORSINI, spesero la vita combattendo, o sul palco; e non uno è vostro: la spesero, i più, in nome della FEDE REPUBBLICANA, tutti in nome della grande Idea Nazionale. Voi, spronato, costretto dal loro sagrificio a balbettare qualche timido, incerto lagno sulle condizioni d'Italia, avete rimpicciolito il grido potente, che viene dai loro sepolcri, a sommessa e codarda preghiera; avete, all'immensa aspirazione nazionale, al sacro e veramente divino DIRITTO d'Italia, ch'essi rappresentarono in vita ed in morte, sostituito l'immorale, disonorevole massima che anche dai nostri tiranni noi possiamo, quasi mendicata elemosina, ottener libert

LAMPRIDIO. Chi son questi che stanno dinanzi la porta nostra? MASTICA. Son poveretti che devono dimandare la elemosina. TEODOSIO. Olá, o di casa! MASTICA. Ché batti? vuoi tu spezzar questa porta? TEODOSIO. È forse tua madre, ché temi che sia battuta? MASTICA. Non ti morrai di fame tu per non essere importuno e prosontuoso. TEODOSIO. È importuno e prosontuoso chi batte le porte di casa sua?

Ella non sapeva allora ciò che si passava dentro di me, come le sue dimostrazioni d'affetto scendessero sul mio cuore come elemosina sulla mano tremante d'un mendico. Ella non sapeva i gemiti soffocati sotto il sorriso, non indovinava la terribile certezza che aveva soggiogato l'audacia delle mie speranze. Ella non sapeva nulla di tutto ciò poichè giammai, io penso, mano di uomo mortale pesò sul petto a soffocarne i singhiozzi, come la mia in quelle ore; maschera di ipocrita fu mai così fortunata nel muovere la piet

La persona di cui ti parlo non cade in tranche, cioè: non si addormenta, non entra in catalessi; èvoca, con potere misterioso, in pieno giorno, semplicemente, per via di certi suoi scongiuri. È una maga, a quel che pare. È una povera donna, secca, pallida, malaticcia, vestita sciattamente, che vive, credo, di elemosina.... E col mestiere di fattucchiera, lo interruppi, ridendo. Niente affatto.

Ma il Bertoni convien rendergli questa giustizia prese una parte attivissima al trattenimento, incaricandosi di illuminare la sala, di distribuire le scranne; complimentare le donne e perfino di raccomandare la abbondante elemosina verso la fine dello spettacolo, a coloro, che entrando, si erano dimenticati di salutare il bacile. Raccogliemmo una trentina di scudi.

Quelle donne, una volta passate, le avresti vedute andarsene a frotte per le vie più traverse e più ripide; salir su pe’ monti di castello in castello fino a quelli più alpestri di Sanbuca e di Treppio, non guardando a pericoli od a fatiche pur per poter chiedere in ogni capanna a buone genti per elemosina e a qualcun per danaro, da fare un carico di vettovaglie. E ciò pel grande amore che avevano alla terra natale; e perchè i padri loro, i fratelli, i consorti che ne curavano la difesa, non mancassero di nutrimento. E sulle prime potevano anche tornarsene: s’intende sempre in certe ore notturne, e dopo essersi assicurate che quelle solite guardie erano immerse nel sonno. Con più pericolo è vero, ma a una a una, col sacco pieno sulle spalle o sul capo, giungevano spesso a rientrare in citt

Roma con le sue rovine ti ammaestra che pari fato attende quel popolo il quale recandosi a tedio il lavoro stende le mani alla elemosina dei cittadini, e più funesto assai ai doni dei re. La dovizia lasciata dal re Attalo al popolo romano fu proprio la camicia di Nesso, ond'ei rimase incenerito. Benefattore della umanit

Le mani, in tòllere le cose del proximo suo, e con laidi e miserabili toccamenti, le quali sonno facte per servire il proximo quando il vede nella infermitá, sovenendo con la elemosina nella necessitá sua.

"Ed or ch'io chieggo un verso, una melòde; "Or che una sete mi esagita e rode "Di profumi e di cantici, "Non una lieta immagin mi consola, "E invano alla mia Musa una parola "Io chieggo in elemosina!

Parola Del Giorno

garzone

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