United States or Nigeria ? Vote for the TOP Country of the Week !


Si lagnò alquanto con Metilde, che gli diede ragione, ma non aveva osato contrariare la mamma. Osservò sommessamente alla futura suocera che il salumiere e il beccaio gli facevano orrore; ma essa lo confutò trionfalmente, burlandosi di lui che mangiava con molto appetito ciò che gli faceva ribrezzo. Secondo lei erano idee strane, debolezze, e pregiudizii ridicoli.

Invece non ne fu nulla: quel signore tornò la sera dopo e non si lagnò dell'incontro: la piccina si sentiva trionfante, benchè non osasse dimostrarlo vedendo sotto l'allegria della mamma lo stesso sgomento di prima. Poi la mamma era troppo buona con lei. In quel tempo ella non si lagnava più di quei dolori: era rifiorita, aveva un sorriso dolce, che rallegrava la bambina.

Gan soggiungea: Quand'io sogno un uom spento, segno è dal mio dover mi son diviso; se De profundis non gli ho detti, ho il torto quand'io mi lagno di sognare un morto. Certo diceano e' frati, a sogni tali i De profundis sono un gran rimedio; ma rimedi sicuri e principali sono le messe a levarci d'assedio.

Quel suo dilemma ne faceva testimonianza. In fede mia, soggiunse, dopo un momento di sosta e facendo bocca da ridere, qui c'è uno scambio. Non me ne lagno, perdinci, non me ne lagno. Direi anzi che ci guadagno un tanto, mia bella contessa. Nicolosina si ritrasse indietro due passi. Gli occhi luccicanti di quell'uomo le faceano paura.

Signor Prospero, disse il sottoprefetto, interrompendo, non senza un perchè, il duca di Francavilla, questa è per noi. Anzi, tutta per me; replicò il signor Prospero. Ma io non me ne lagno. Continui, signor duca, continui.

Laggiù, in quella pianura. In una notte come questa? No, in un'alba freddissima. Perchè lo hanno ucciso? Perchè aveva ucciso. Voi mi dite sempre delle cose tristi ella osservò malinconicamente, con un lagno infantile. Ho torto confessò lui anche questa bell'ora dev'essere guastata. Scusate, cara. Vi assicurò che sono molto infelice. E perchè? ella chiese, curvandosi a interrogare il suo volto.

Io mi lamentava che tu m'avessi dimenticata nel fondo delle sciagure, e non era: no, non m'avevi abbandonata. Che mi fanno ora i martirj? O principe, più non mi lagno, più: soffrirò che che spasimi volete; tacerò: raddoppiate pure, raffinate i tormenti miei; se essi sono salvi, più non mi cale della mia vita».

Non se ne lagnò; le volle bene ugualmente, la curò con attenzione, palpitò ai suoi dolori, visse delle sue gioie. Io la chiamerei François Villon, disse Folco in uno slancio di letizia. Se non avessi tradotto François Villon, non ti avrei sposata e non avrei oggi Lillia. Che diventerebbe mai, povera Lillia, riflettè Gioconda, per imitare il tuo poeta?

Folco trovò Gioconda curva sul visino di Lillia; era in tutto il volto della contessa un'ansia trepida, uno smarrimento, che la faceva quasi irriconoscibile. Anche Folco si chinò a guardare la bambina, la quale teneva gli occhi chiusi, e un breve lagno le sfuggiva di tra le labbra. Il medico venne, studiò Lillia con attenzione, poi si rivolse alla contessa: La febbre non è alta.

Oh, fin ch’io soffra in questa esil parvenza ove s’infiamma la mia pura essenza, sempre, nel ritmo de la vita oscuro, dovunque, nel presente e nel futuro, udrò quel lagno senza fine e quelle vane preghiere d’anime sorelle: sempre nel cuore avrò, come un rimorso, quel torvo e disperato urlo: Soccorso!...