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Ma tu lo hai veduto mai questo caprone? Io no...., ma l'hanno veduto tanti che non si può mettere in dubbio. E non son morti quelli che l'hanno veduto? No...., ma allo spedale ci sono stati lungo tempo. Poveretti! aveva esclamato Marco. Io però non mi scordo del mio rosarino e mi propongo di consumare la mia ora di sentinella con dire tanti De profundis.

Gan soggiungea: Quand'io sogno un uom spento, segno è dal mio dover mi son diviso; se De profundis non gli ho detti, ho il torto quand'io mi lagno di sognare un morto. Certo diceano e' frati, a sogni tali i De profundis sono un gran rimedio; ma rimedi sicuri e principali sono le messe a levarci d'assedio.

Passate e cantate: passarono e cantarono le mamme vostre, precipitarono e tacciono: e le nonne e le bisnonne. Passate e cantate. Avete fiori nelle treccie? Fiori di cimitero. Avete gaia nota d'amore sulle labbra? De profundis.

Le tetre vetture a molle dalla sagoma antica ricoveravan diverse signore; una beghina, rimasta addietro, mi venne presso a recitare il de profundis, con terribile accento cavernoso da produrmi i brividi.

Bice non ebbe il coraggio d'insistere, quindi fece tutti gli sforzi per non piangere accompagnandolo sino all'uscio dello scalone: adesso sapeva che Giorgi aveva voluto sentir suonare da lei il proprio De Profundis. La sua commozione diventò così intensa che capì di non doverne parlare con alcuno.

Rimase vedovo, e dice sempre: per la grazia di Dio; e poi tutte le sere nell'ora dei morti egli va in chiesa a recitare il De profundis per l'anima della sua povera defunta; mai gli avviene di sentire rammentare Lucrezia sua moglie senza che gli occhi gli si empiano di lacrime.

Mi girava la testa, ma, questa volta, diversamente di prima, vo' dire di quando la mi girava nel mio letto, allo scuro. Mi sentivo mancar il fiato: era la tormenta! E turbinava, oh! come turbinava! Mi credetti morto, e lo ero quasi, e mi distesi in terra, colle mani in croce, dicendo il De profundis e pensando intanto alla mia Gina, ai miei vecchi, ai miei piccini... e al... e anche al Sindaco!

«De profundis clamavi....» .... Pace a l’anima tua, pace, o vegliardo, Che Dio portasti nel clemente sguardo E nei detti soavi Che ai solitari, ai mesti, Ai deboli, ai fanciulli eri sostegno Che, molto amando, lo spregiato regno De gli umili scegliesti!... «De profundis...» Le cime L’ultimo sole illuminò di rosa. Palpitò nel silenzio d’ogni cosa Una piet

Ildebrandino era straziato in modo ineffabile: e pregava: Dammi la mazza sul capo! No? Dio, fammi morire!... Morire?... Nella morte c'è un mistero che mi pesa! Sento adesso: no, no...! Oberto, lasciami: tristo, vituperato, ingratissimo.... De profundis clamavi ad te, Domine.

Pel signor Basilio non ci erano conversazioni, non c'erano teatri spettacoli; e tutto il tempo che si permetteva di sollazzo era quello impiegato dal Credo all'Angelus nella bottega del tabaccaio vicino e dall'Angelus al De profundis alla Coroncina e pia meditazione alla Cappellina dei catecumeni, della cui compagnia era stato più volte governatore. Come ognun pensa, il signor Basilio non avea per certo avuto in capo la minima idea per le donne. Oibò! Eppure, è venuto il tempo di dirlo ai lettori, ed essi faranno, udendolo, un tanto di Oh! eppure il signor Basilio era molto addentro nelle buone grazie della signora Guglielmi, e, vedete bene, faceva i fatti suoi molto riservatamente, perchè in realt