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«De profundis clamavi....» .... Pace a l’anima tua, pace, o vegliardo, Che Dio portasti nel clemente sguardo E nei detti soavi Che ai solitari, ai mesti, Ai deboli, ai fanciulli eri sostegno Che, molto amando, lo spregiato regno De gli umili scegliesti!... «De profundis...» Le cime L’ultimo sole illuminò di rosa. Palpitò nel silenzio d’ogni cosa Una piet

«Ai vostri piedi, madama. Leggendo questa lettera, un sorriso raggiante illuminò il sembiante di Morella. Quell'ouate di acciaio sembrava tocca! Era forse l'interesse? Mai no. Era l'artista che godeva del suo trionfo. Era l'amor proprio che cantava nel suo cuore. Divinit

82 Passò il resto del verno così cheto, che di lui non si seppe cosa vera: ma poi che 'l sol ne l'animal discreto che portò Friso, illuminò la sfera, e Zefiro tornò soave e lieto a rimenar la dolce primavera; d'Orlando usciron le mirabil pruove coi vaghi fiori e con l'erbette nuove.

Uno sprazzo di pallida luce illuminò d'improvviso un angolo della chiesa, e tosto svanì; una porta laterale si era aperta e rinchiusa. Un uomo era entrato, che non si fece il segno della croce, non piegò il ginocchio, ma si addossò alla parete e vi restò ritto come una statua.

Una lanterna sorda come per incanto illuminò lo speco, ove immobili e silenziosi stavano i prodi campioni della libert

Il De Carlo, uomo rigido negli affari, silenzioso quando occorreva, amante de' colpi di scena, e che avea spesso qualche cosa di teatrale, si accostò al banchiere e gli pose sott'occhio gli astucci, aperti, ov'erano i gioielli. Un sorriso diabolico illuminò la fisonomia del Weill-Myot. Centomila franchi! riprese il gioielliere, e state sicuro che non ci rimetterete nulla....

Voi volete dunque pervertirla? sclamò Regina, baciando il dottore sulla fronte. Io non porto mica di tali messaggi. Addio. O' fame, e vado ad asciolvere in casa mia. A vostro comodo, signora Alberto Dehal... ah! scusa! signora contessa di Linsac. Regina fece un segno di minaccia col suo dito, scintillando di un sorriso che illuminò la camera.

Dalla finestra di fianco al suo letto, Lucia stette a vedere le nuvole rosee che gettavano su 'l mare una luce fantastica, finchè, lentamente, il sole, sfolgorante, grandioso, illuminò maestosamente il mare, i monti, in distanza; ogni cosa. Lucia si alzò; si vestì e pensò che l'Autore di tanto cose sublimi, non avrebbe potuto permettere che nel suo cuore fosse spenta ogni luce di speranza.

Aperti gli occhi, li fissò immobili in volto a Marco che vedendola riaversi le sorrise benignamente; le fitte tenebre della notte non permisero alla giovinetta di conoscere quel volto, ma un raggio di luce ne illuminò il sorriso che avvezza a vagheggiarlo sovente sulle labbra dell'amato genitore, tratta in un dolce inganno, chinando mesta il capo mormorò: Padre mio, che brutto sogno! e rinchiuse spaventata gli occhi.

Fu per lui un momento d'immenso sollievo; la speranza, la meretrice dell'anima, illuminò il suo volto che era divenuto a poco a poco emaciato, e senza pensarci sopra più che tanto, s'avviò. "Chiss