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Aggiornato: 9 maggio 2025
Anco il Papa ci fece il suo civanzo, oltre quello che apparve stipulato, e questo fu, che si amicò la Francia senza romperla con la Spagna, onde alla occasione si procurava la scelta della servitù; alla Italia poi invece di uno pose sul collo due gioghi, consueti doni del Papato. Di Alessandro dei Medici, che prese nome di Lione XI altro non è a dirsi, eccettochè visse soli 27 giorni; i Francesi, i quali lo reputavano a loro propizio ci spesero per ispuntarla contro gli Spagnuoli 300,000 scudi; li giuntò la morte, e per questo li posero in canzone gli Spagnuoli, che messi su l'avvisato attesero con diligenza maggiore alla nuova elezione donde uscì fuori Cammillo Borghese in fama di loro parziale, che tolse nome di Paolo V. Anco di lui breve, comecchè agitasse gravi cose, ma all'argomento nostro non pertinenti; poco seppe dei governi del mondo sprofondato negli studi forensi nei quali acquistò nome di sofista, e d'ingegno cupido, mascagno, e presuntuosamente cocciuto; siccome per essere eletto Papa egli si astenne dai soliti intrighi, ebbe fede sul serio trovarsi assunto alle somme chiavi per virtù dello Spirito Santo; oltre questa fede egli n'ebbe un'altra, e fu, che lo avessero ad uccidere di ferro, o di veleno; per la quale cosa sospettando di tutto, e di tutti viveva misera vita; impaurito atterriva, e a danno suo lo seppe il misero Piccinardi cremonese, il quale compose non so quale poema satirico nè manco in ispregio di lui, sibbene in odio di Clemente VIII; il misero poeta non lo aveva per altro pubblicato con le stampe, anzi lo teneva sotto chiave; lo denunziò una donna; Paolo ne prese occasione per ispaventare, e siccome la voglia sua parve piuttosto immane, che feroce, magnati Romani, oratori di principi amici lo supplicarono per cotesto fallo non volesse fare sangue, ed ei lo promise: ma quando se lo aspettavano meno gli mozzò il capo a Santo Angiolo, e ne prese i beni. Proseguendo nella tumida presunzione scomunica il reggente di Napoli per avere dannato alle galere per cause attenenti ad interessi chiesastici un protonotario, e un libraio; si arruffa con Savoia a cagione di benefizi, con Genova per avere vietato le assemblee dei Gesuiti scuola perpetua di subbugli, con Lucca la quale ordinò i decreti degli officiali del Papa non si eseguissero se non dopo ottenuta l'approvazione del Governo; con Venezia poi molti e vari i capi di contesa nè spirituali tutti; litigavano pei confini su quel di Ferrara, per le pesche, e per la navigazione del Po; il legato di Ferrara fece pigliare alcune barche peschereccie dei Veneziani; questi per rappresaglia si portarono prigioni una frotta di papalini, e con navigli armati sostennero a forza le loro ragioni. Ma il Papa più pertinace che mai pretende i diritti regali su Ceneda, e i Veneziani non gli danno retta; egli ordina i giudizi dei tribunali vescovili della Venezia si deferiscano a Roma, i Veneziani minacciano a cui obbedisce guai; il Papa scomunica i renitenti, i Veneziani provvedono non sorta effetto civile la scomunica: poi venne il negozio delle decime; il Papa le volle per sè, non le potendo ottenere, dispensava da pagarle; se non le poteva esigere egli nè anco i Veneziani le dovevano avere; anco su i libri si levarono querimonie infinite: larghi i guadagni di questa industria a Venezia; il Papa si affaccendava quotidianamente a proibirli mettendoli allo Indice; a questo mo' impedito che a Venezia si stampassero e altrove emendati alla sua maniera procurava si pubblicassero a Roma: questo volgere l'autorit
Quella banda di San Giorgio, che v'ho detta raccolta da Lodrisio Visconte a danno del Milanese, dopo sconfitta a Parabiago, si era sparpagliata; e i mercenarj, avvezzi alla prepotenza ed al saccheggio, e buttatasi alla via, rubavano, assalivano, incendiavano; terribili ancora a minuto sotto il nome di Giorgi. Per reprimerli, fu dato licenza a chiunque di farsi giustizia da sè: e le memorie dei tempi ricordano che Antonio e Matteo Crivelli, cui i Giorgi avevano guaste le ville, quanti ne poteano avere gli arrostivano, e infarcendoli di avena, li davano a' cavalli; ad altri sul Cremonese fu stratagliata la pelle sul dorso a modo di nastrini indi il boja li frustava, gridando ad ogni colpo «Stringhe e bindelli». Così si educavano i privati e il pubblico all'umanit
A Teglio fu ministro Paolo Gaddi cremonese, che aveva fatto tirocinio a Ginevra, poi assistito alcun tempo il pastore di Poschiavo.
Ma il sassolino che basti ad atterrarlo?» soggiungeva Caccino Ponzone cremonese. Era il miglior modo di metterli in savore, onde, stringendosegli viepiù intorno e punzecchiandolo, Che? dite su; c'è qualche nuvolo in aria? c'è speranze? Abbiamo ben compreso che voi in cose di Stato pescate al fondo.
L'avvocato Leonida Bissolati, direttore dell'Avanti!, parla con la grazia di una signora altamente educata. È tutt'assieme una faccia intelligente ammantata di un'ombra spirituale. So che ha tradotto Carlo Marx con un suo amico cremonese. Ma non ho mai potuto leggerlo. Non c'è ancora nella nostra biblioteca. Se avr
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