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domanda il segreto. Ma il linguaggio di quella lettera, pur troppo, ci umilia. Per fortuna, il Manzoni stesso reagì da medesimo contro quella servitù e contro quell'unzione di linguaggio, per tornare uomo anche col proprio confessore. Si trovano perciò con piacere molte altre lettere, nelle quali il Manzoni scrive al Tosi con molta naturalezza, e si rivela bonariamente qual è, senza prendere ad imprestito alcuno stile d'occasione e di convenienza o di obbedienza; che se il Manzoni solamente cattolico ci faceva l'effetto di un uomo asfissiato, noi ci sentiamo in esse inondare da un aere più spirabile che ci rinfresca e ci rasserena. Il Manzoni stesso temette, del resto, egli medesimo d'esser preso per più cattolico ch'egli veramente non fosse e non si sentisse, e in un momento di molta, se non ancora di perfetta, sincerit

Intanto sopravvenne un canonico di Santa Maria Maggiore, il quale disse messa all'altare della cappella, e dopo la messa, essendo terminata la confessione dei due pazienti, diresse loro dall'altare un fervorino d'occasione, poi li comunicò coll'ostia consacrata.

Chi gli fu più vicino ricorda poi com'egli avesse felice la vena del breve detto d'occasione e del brindisi, nelle pubbliche cerimonie, nei conviti amichevoli, che gli piacevano tanto al suo tempo migliore, e nei quali studiò da par suo le significazioni e le bizzarrie dell'Eloquenza convivale.

Le Melanconie di un antiquario che chiudono il presente volume sono variazioni artistiche e spirituali sopra il Natale e altre feste dell'anno, pubblicate come articoli d'occasione nel Pungolo di Milano. Era troppo lusso per i soliti abbonati. Qui troveranno la luce giusta. Degli altri scritti che non entrano in questo volume non dirò che per cenni.

Il Dugas, se ammette che il male dipende quasi sempre da speciali condizioni organiche, riconosce pure che è determinato da cause esteriori; non lo considera soltanto da scienziato, ma anche da filosofo, da moralista. L'origine morale del consorzio sociale, egli dice, è la simpatia, intesa in senso largo, cioè come corrente nervosa che si propaga da un individuo all'altro e fa che ciascuno di noi tenda ad uniformarsi istintivamente a coloro tra i quali vive, a imitare i loro atti, a condividere le loro idee, a partecipare ai loro sentimenti. Il timido-nato è incapace assolutamente di questo adattamento; i timidi, che chiameremo intermittenti, o d'occasione, sono tali quando si trovano in presenza di gente nuova, di persone con le quali non hanno dimestichezza, o dalle quali, per una ragione o l'altra, repugnano. Mettete un uomo cordiale insieme con un individuo chiuso e freddo: sar

L'organizzazione della casa reale o di un gran capo qualunque, è in questo paese affare grandioso e complicato, ma certo ridicolo più che serio per chi pretendesse che avesse a corrispondere alla parola organizzazione nel suo stretto senso. Presa dal lato apparato e importanza, merita per altro qualche considerazione od almeno due parole di descrizione. Comincio dal notare che nessuno fra tutti questi alti dignitari ha fatto studii speciali od ha acquisita esperienza che gli possa meritamente attribuire il grado che occupa: tutto è questione di favoritismo, d'occasione, di spigliatezza più che di ingegno, e spesso di intrigo riuscito. Tutti però occupano il loro posto e disimpegnano le loro funzioni con una seriet

E così avviene anche che il critico italiano, specialmente quello d'occasione, non ha sempre ben sciolta la mano, non sa assumere quella spigliata aria discorsiva che rende ordinariamente gli articoli originali delle riviste e dei giornali esteri una specie di vivace conversazione tra scrittore e lettore, dove il lettore ha il piacere di star ad ascoltare e l'altro tutto l'interesse di rendersi parlatore gradito.

Il gusto per la poesia non è mai tramontato fra i Romani, che, come tutti gl'Italiani, amano i versi; il popolo di tutte le classi sociali spande a piene mani sonetti e canzoni, non appena un'occasione si presenta. C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce un bambino? Sonetti. Si laurea uno studente? Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti. Viene sepolto un morto? Sonetti. Si festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un monsignore è fatto vescovo? egli cammina su un tappeto di sonetti con le sue calze paonazze! Questi parti poetici d'occasione si raccoglievano un tempo nelle Accademie, nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale. Il furor academicus, una vera peste nel secolo XVII non soltanto in Italia, ma anche fuori, è ora del tutto sopito, e se a Roma ci sono ancora degli Arcadi, dei Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici della S. Concezione, non si deve ricercare in essi un intendimento letterario. L'Arcadia, fondata alla fine del secolo XVII da Crescimbeni e da Gravina, il maestro e protettore del Metastasio, ha una fama mondiale. Il suo nome e il suo simbolo, una zampogna, bene delimitano gl'innocui campi, in cui cercava asilo la poesia dei Romani, e si conviene anche bene alla storia della citt

FILIGENIO. voi sapete quello che voglio rispondere. Non meritava questo l'amor che vi ho portato; e v'ho stimato gen- tiluomo, vi diedi cagion mai di dolervi di me, ma servirvi di quanto ho potuto. ALESSANDRO. Confesso aver ricevuto da voi molti favori, e confesso parimente non averli riservíti non per mancamento d'animo, ma d'occasione.

Le serve corsero per acqua, Masi andò per il medico. Essa guardava or l'uno or l'altro de' suoi figli con gli occhi sbarrati, stupidi, non rispondendo punto alle loro premure. Verso le nove fu un andirivieni di gente: parenti, amici, persone di casa, conoscenti, andavano a far un atto del loro dovere, con visi d'occasione.