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Io metto mano al Buona Speranza, di cui mi rimangono ancora parecchie bottiglie, e alle cassette di Manilla; ultime tavole aggiunse con un sospiro il Priore del mio grande nauragio. Benissimo! Accettato! Tristano è un gran principe! E di grazia, che cosa si festeggia? domandò uno della brigata. L'acquisto di un nuovo amico, o signori. Non vi ho presentato due ore fa il signor Ariberti?

Tale enorme differenza poi degli individui, nel fisico e nel morale proviene anche dal sistema di privilegio che signoreggia nella penisola. Mentre, per esempio, si muore di fame nel mezzogiorno, si scialaqua, si festeggia, si fan tornei al settentrione. E guai a chi ardisse di entrare nelle sale e dire che piove!

Il gusto per la poesia non è mai tramontato fra i Romani, che, come tutti gl'Italiani, amano i versi; il popolo di tutte le classi sociali spande a piene mani sonetti e canzoni, non appena un'occasione si presenta. C'è uno sposalizio? Sonetti. Nasce un bambino? Sonetti. Si laurea uno studente? Sonetti. Si veste una monaca? Sonetti. Viene sepolto un morto? Sonetti. Si festeggia un Santo? I sonetti piovono. Un monsignore è fatto vescovo? egli cammina su un tappeto di sonetti con le sue calze paonazze! Questi parti poetici d'occasione si raccoglievano un tempo nelle Accademie, nelle quali gl'ingegni erano legalizzati e ricevevano il bollo della scuola poetica tradizionale. Il furor academicus, una vera peste nel secolo XVII non soltanto in Italia, ma anche fuori, è ora del tutto sopito, e se a Roma ci sono ancora degli Arcadi, dei Quiriti, dei Tiberini, e anche degli accademici della S. Concezione, non si deve ricercare in essi un intendimento letterario. L'Arcadia, fondata alla fine del secolo XVII da Crescimbeni e da Gravina, il maestro e protettore del Metastasio, ha una fama mondiale. Il suo nome e il suo simbolo, una zampogna, bene delimitano gl'innocui campi, in cui cercava asilo la poesia dei Romani, e si conviene anche bene alla storia della citt

Il Natale? Bisognava toglierlo dal calendario. Il 25 dicembre doveva diventare giorno lavorativo, ed in quel giorno venir dato al popolo un altro giorno festivo; p. e. il Natale dell'anarchia. La data era indovinata. Attorno al Natale nasce il sole, il quale incomincia la sua ascesa e festeggia il suo trionfo sopra le tenebre.

Se, di tanto in tanto, Castagnola tenta il canto politico, Giambattista Maccari esprime più spesso e più chiaramente il suo pensiero. La Musa politica trova in Roma, più d'una volta all'anno, occasione di farsi udire: cioè, quando si festeggia il favoloso Natale di Roma, per l'anniversario della morte del Tasso, e per la distribuzione dei premi nelle Accademie delle arti rappresentative.