United States or Andorra ? Vote for the TOP Country of the Week !


FORCA. Andate in casa, lavate la faccia a Melitea, fatele spogliar le vesti, e scampate per la porta di dietro; ch'io fra tanto vi condurrò il pazzo. PIRINO. Cosí farò: toc, toc. MELITEA. Che dimandate, padron mio caro? PIRINO. Il tesoro della bellezza, la monarchia delle grazie, la dolcissima mia padrona, accioché mi rallegri cosí il cuor con la sua presenza, come gli occhi con la sua bellezza.

GUGLIELMO. Sian benedetti i cieli che mi vi tolsero dinanzi, ché mi avevano stracco con non so che vignarolo o che argento! Tic toc. ARTEMISIA. Chi batte, olá? GUGLIELMO. O Artemisia, figlia cara, aprimi, che sii tu benedetta! ARTEMISIA. «Figlia cara», dice il furfante: ah, ah, ah! GUGLIELMO. Non conosci il tuo padre Guglielmo? ARTEMISIA. Chi Guglielmo? GUGLIELMO. Chi Guglielmo? tuo padre.

Ma, alla , che li voglio stracciare tutti li libri. Ben li trovarò io, ; ché non li giovará de averli nascosti sotto lo letto. Oh! Adesso che voglio achiamar quello che lui me disse che sta qua dentro. Tic, tac. CECA. Chi è la? MALFATTO. Oh! Simo noi. Tic. CECA. Chi è? non odi? MALFATTO. Te l'ho pur detto. Tic, tac. CECA. Perché pichi? non odi, no? MALFATTO. Perché me piace. Toc, tac.

GRAMIGNA. Ti fa buttare da un luogo eminente senza pericolo di romperti le gambe. CRICCA. Il boia lo sa fare meglio di lui: gli butta dalla forca senza pericolo delle gambe. PANDOLFO. Bastano questi. Muoio se non lo vedo: Cricca, batti la porta. CRICCA. Batto. Tic toc. ALBUMAZAR. Chi diavolo batte? CRICCA. Te ne porti in carne e in ossa!

TRASIMACO. Ti aspetto con la buona nuova. GULONE. Novissima buonissima. Or batto: toc, toc. TRINCA. Volpino, sali su quelle legna. TRINCA. Ti venghi a mente recar le corde. TRINCA. Non ti smenticar di cinquanta nespole acerbe. TRINCA. Gulone, che si fa? GULONE. Bene. TRINCA. Non è tua usanza. GULONE. Ti viene a visitar un tuo amico carissimo.

CAPITANO. Padron, qui non son donne, altro che una fanciulla. GIACOCO. Iate into allo Cerriglio; cercate meglio, ca la trovarite. PEDANTE. Orsú, drizzamo colá il nostro gresso. LARDONE. Ecco il Cerriglio; io batto. Tic, toc. TEDESCO. Got morgon. PEDANTE. Chiama il dio Demogorgone, bono augurio. Bona dies et annus! TEDESCO. Che volere, care padrune, de cheste ostellerie? PEDANTE. Duo verbiculi.

ERASTO. Dovevi star imbriaco, però ti pareva di veder questo. DULONE. Ben sta: in pago del ruffianesimo che v'ha usato, v'ha dato un bel paio di corna. ERASTO. Dovevi star in estasi. DULONE. È possibil, padrone, ch'egli cosí volentieri vi fa credere il falso, ed io non basta a farvi vedere il vero? ERASTO. Entra e serra l'uscio. Tic, toc. ERASTO. Chi è ?

Io ho robbato un pezzo de legno in casa per scaldarme, adesso che fa freddo. E sai che lo mastro vole che oggi incominci li latini per li passivi e poi me vole leggere la Boccolica. Ma, alla , poi ch'io sono qua, voglio chiamare Minio e vedere se vole venire con esso meco alla scola: ben che lui non impara se non la santa croce. Tic, toc. CECA. Chi è ? LUZIO. Ècci Minio, in casa? CECA. , è.

REPETITORE. Aspettate, ch'io pichiarò di sorte che me farò intendere allo maestro. Toc, tac, tic. PRUDENZIO. Chi impulsa la porta? Olá! REPETITORE. Ego sum, sono io. PRUDENZIO. Sei forsi el nostro substituto del ludo litterario? REPETITORE. Domine, ita. RUFINO. De corpo a tutti doi! PRUDENZIO. Chi è colui ch'è in vostro consorzio? REPETITORE. L'è uno che vole...

Vi fará cosí tutta la notte: lascialo in sua malora! CAPITANO. Giá è riserrato. Tic, toc. ERASTO. Chi è ? CAPITANO. Cosa d'importanza. ERASTO. Chi sei che batti? CAPITANO. Un vostro amico, e vorrei dir una parola ad Erasto di cose importanti: che di grazia si facci su la fenestra. ERASTO. Chi sei, olá? chi domandi?