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E perché mai Shakespeare, dopo avere ideate e scritte le mirabili scene dell'Arrigo IV e dell'Arrigo V, diventa triviale e mediocre nella prima parte dell'Arrigo VI, per poi rialzarsi stupendamente nella seconda e terza parte? Il senso umano si ribella davanti a questi fatti, la critica generosa e idealizzatrice protesta e proclama che la prima parte dell'Arrigo VI non è di Shakespeare; sar

Il conta Jacopo era un fedel servitore del duca. La madre sua, una Lanzoni, era stata dama d'onore di Maria Beatrice d'Este, ultimo rampollo delle famiglie Cibo ed Estense. Il padre era morto ciambellano del duca Francesco IV. Egli, poi, si era diportato stupendamente nel 1848, poichè aveva voluto accompagnare fino alla frontiera il suo buon padrone Francesco V, quando questi, costretto ad abbandonare la sua residenza ducale, era corso a ricoverarsi sotto le grandi ali dell'aquila austriaca. Ragioni domestiche, prima tra le quali la cura del suo patrimonio, non gli avevano consentito di andare più in l

Il professore, lieto come un bambino di aver potuto trovare ancor libero il "loro posto di tutti gli anni" proprio sul colmo del poggio, in un punto da cui dominavasi stupendamente l'intero paesaggio, aveva fatto ad Agnul, che attendeva giù presso alla carrozza, il segnale convenuto; e il ragazzo, lesto come sempre, era salito a portare in due o tre volte i panieri delle provvigioni.

L'enfasi teatrale dei retori repubblicani era del tutto ipocrita e innaturale. A confronto con quella, il rinnovamento dell'antico culto cesareo, che riprese i suoi diritti sotto Napoleone, sembra un ritorno alla natura. Anche in questo caso verifichiamo con orrore, quale fosse la sicurezza diabolica con cui l'imperatore conosceva le debolezze del suo popolo. Espresse egli il principio, che nell'azione e nella parola bisogna sempre operare sulla fantasia degli uomini; e il discepolo di Talma seppe stupendamente occupare con pomposi spettacoli la fantasia della nazione. si vergognò di rappresentare anche esso la sua parte nella mascherata politica: gi

Addio!... Il fumo sbuffa a globi allegramente; suonano gli stantuffi, luccicano gli ottoni, e la filatera pesante scorre, come su un pendìo insaponato sulle rotaie che s'inazzurrano a perdita d'occhio o diritte stupendamente o con quelle curve dolcissime che la scienza ha segnato col compasso. Va e va, scappano le case affollate, i traffici, gli altri mille carrozzoni allineati pei viaggi.

Non basta ancora; l'analogia continua più grande che mai sulle cause che accelerano la catastrofe in Francia e che potranno accelerarla adesso in Italia. Si disse dei gravissimi imbarazzi in cui si dibatte il nostro paese e Gomel ha messo stupendamente in evidenza le cause finanziarie della rivoluzione Francese.

Poche fanciulle, pur senza scuola materna e senza buon esempio in casa, sapevano acconciarsi stupendamente, mostrar, senza farsi scorgere, il piede e la mano bellissimi, muovere il ventaglio, dar il colpetto di mano allo strascico della veste, guardar in viso agli uomini con un sorriso modesto, alzarsi e sedersi, comparire e scomparire, quanto lei.

Ma siccome l'esser fredda non è per una donna una colpa al cospetto del volgo, e siccome la marchesa era così stupendamente bella che a molti pareva quasi impossibile avesse potuto mai discendere ad amar qualcheduno, tutti l'avevano facilmente posta tra le eccezioni.

Agosto, settembre e ottobre, passarono come in un sogno delizioso. Oh, le belle passeggiate ne' dintorni! le scorpacciate di more sotto al grand'albero, con la faccia e le mani impiastricciate di rosso, facendo a rubarsi le più grosse, e le più mature! Oh, le belle sere passate al lume di luna nell'aia, sdraiati sulla paglia, a sentire l'allegre canzoni de' contadini, accompagnate dallo scaccia pensieri; o i cori stupendamente intonati con quelle cadenze larghe e malinconiche che fan vibrare le parti più riposte del cuore! E la raccolta delle frutta nell'autunno, e la vendemmia con i balli nel prato al suono dello zufolo accompagnato dall'accordo delle voci dopo la tramuta! che lo studente, ritornato a Palermo, alzava la faccia spesso dal libro, e con l'anima inondata di mesta tenerezza, restava assorto in que' ricordi, fra' quali si moveva la figura della cugina col visino bianco tanto simpatico, e gli occhioni bruni e le grosse trecce nere che soleva portare sulle spalle. E or la vedeva seduta in casa, curva sul suo lavoro d'ago o di ricamo; or in mezzo a' campi per la viottola costeggiata di siepi di sambuco, con una rosa fra' capelli; or seduta nell'aia col bel viso illuminato in pieno dalla luna; or sotto al gelso, a rizzarsi sulla punta de' piedini, e stender la mano per cogliere una grossa mora: la manica del vestito scivolando, lasciava a nudo un braccio bianco come neve: oh, quella manica caramente indiscreta! Allora , aveva un bel rileggere il periodo, fare tutti i suoi sforzi per carpirne il senso; dopo due o tre parole la mente ricorreva dietro a quel caro fantasma. Pensava con un dolce trasalimento che una volta in cui lei gli mostrava certi cardellini che un contadinetto le aveva portati la mattina stessa, le loro mani s'erano incontrate nel carezzarli, ed essa s'era fatta rossa rossa: ricordava anche com'era vestita quel giorno.... d'una veste di mussola azzurro cupo, con delle mostre di tela color caffè crudo, aveva sul capo, e annodato sotto il mento, un fazzoletto di seta bianca: pensava che l'ultima volta ch'egli lasciò la villa, nell'accomiatarsi, aveva tenuto a lungo fra le sue la mano che la fanciulla gli abbandonava, e s'erano guardati a lungo negli occhi: quel suo sguardo l'aveva accompagnato come una carezza nel montare a cavallo, nel voltarsi indietro a salutar per l'ultima volta l

La vista di forme così stupendamente leggiadre rallegra l'anima; chè rosa e donna, quanto meno si mostrano tanto più appaiono belle... Che ardisce costui? Non basta, ed è anche troppo, vedere quel seno che palpita?