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Aggiornato: 20 giugno 2025
43 E che 'l consiglio che mi dai, proceda da ben che m'hai voluto e vuommi ancora, io non so, a dire il ver, come io tel creda, quando qui con Orlando ti veggo ora. Crederò ben, tu che ti vedi in preda di quel dragon che l'anime devora, che brami teco nel dolore eterno tutto 'l mondo poter trarre all'inferno.
Oh quanto sarei cieco e ingrato sopra tutti gli uomini del mondo, sí come m'hai sempre rimproverato, se conosciuto l'error mio, come giá il conosco, non ricorressi alle tue ginocchia dove m'inchino, non ricercando da te vita, no, ma perdono! Hai vicina la spada: piglia quella vendetta di me che par che meriti tanta offesa.
poi disse: <<Piu` mi duol che tu m'hai colto ne la miseria dove tu mi vedi, che quando fui de l'altra vita tolto. Io non posso negar quel che tu chiedi; in giu` son messo tanto perch'io fui ladro a la sagrestia d'i belli arredi, e falsamente gia` fu apposto altrui. Ma perche' di tal vista tu non godi, se mai sarai di fuor da' luoghi bui,
* Il volgo chiamava così, quasi appartenenti ad una specie di setta, tutti coloro che a quell'epoca erano compromessi colla giustizia: e riteneva che i congiurati, per commettere insieme dei misfatti, portassero una fusciacca o cintura rossa con cui legassero i calzoni alle reni. Chene?...: chene? non me ne vendi: co' tu' pari acqua in bocca Secondino. Ti compatisco: per chi m'hai preso? Topo.
Essi mi sonno facti nemici, avendoli reconciliati col mezzo del sangue del mio Figliuolo. Uno rimedio ci ha, col quale Io placarò l'ira mia: cioè col mezzo de' servi miei, se solliciti saranno di costrignermi con la lagrima e legarmi col legame del desiderio. Tu vedi che con questo legame tu m'hai legato; il quale legame Io ti diei perché volevo fare misericordia al mondo.
VIGNAROLO. Oh canchero! che mi hai fatto cadere, m'hai stroppiato! ARMELLINA. Venite in casa a far collazione, ché sète stracco e ne dovete aver bisogno. VIGNAROLO. Sappi, Armellina mia, che d'ogni minima cosa mi doleva, quando mi sommersi, di non aver a vederti mai.
M'hai detto che è una testa quadra e un cuor libero; notò il duca di Feira; una specie di filosofo in guanti.
Non parlarmi di giuramenti che io li ho infranti. Non ti parlo di giuramenti, ma solo di memorie. Le ho estirpate dal mio cuore. Sei proprio inesorabile con me, colla donna che tu un tempo idolatravi? Tu, che m'hai assassinato il fratello, l'unico uomo che mi proteggesse, l'unico che mi rimaneva al mondo della mia famiglia, vuoi per di più far impazzir me, vuoi far morire anche me! Ah!
M'hai dato uno spavento! disse Gigio. Oh niente! Non so com'è stato! È niente sai? Per me, per te.... Ma se m'avesse veduto il mio Guido, allora sì, povero Guido.... che non c'è! dice lei. Avrebbe pianto colla sorellina.... che anche lei ci sar
La piazza è spaziosa oltremisura, ma ognun fra que' sedili vuol ficcarse. S'uno era spinto fuor della fissura, sforza la calca, perch'ivi vuol starse. Se inavvedutamente uno uscía fuore, gridava: Oh ve', son fuor? con gran stupore. Spesso s'udia gridare: Omè, il mio callo un m'ha piggiato, o Dio, veggo le stelle. Un altro dire: Olá, sei tu un cavallo? M'hai dato d'urto e rotte le mascelle.
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