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Godi, Fiorenza, poi che se’ grande che per mare e per terra batti l’ali, e per lo ’nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali. Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo, di quel che Prato, non ch’altri, t’agogna.

O generata per mirar la gioia negli occhi, e far ghirlande di giunchiglie, passando in danza fra le maraviglie dolcissime d’un maggio che non muoia: o tu che porti in te la giovinezza di tutti i rivi, e pur ti godi a bere ad ogni fonte che ti dia piacere, ad ogni raggio che ti dia bellezza: stupefatta io ti guardo, e mi domando chi sei: più ricordo il mio supplizio nel procrearti, e il lungo sacrifizio de’ miei begli anni, in te sola vibrando.

poi disse: <<Piu` mi duol che tu m'hai colto ne la miseria dove tu mi vedi, che quando fui de l'altra vita tolto. Io non posso negar quel che tu chiedi; in giu` son messo tanto perch'io fui ladro a la sagrestia d'i belli arredi, e falsamente gia` fu apposto altrui. Ma perche' di tal vista tu non godi, se mai sarai di fuor da' luoghi bui,

Godi dunque di accostarti al Principio di tutte le perfezioni, godi di andare quanto più puoi veloce a godere il retaggio della gioia che il tuo Signore ti ha promesso. Se ella è trista, lo scellerato ha stretto un contratto con la innocenza; questa gli ha venduto il delitto, quello le ha promesso il prezzo della pena, ed io me ne faccio il suo esattore

Or manda me, ch'a nome suo t'onori, Onde la speme tua rimanga certa Che de' reali altissimi favori Per me ti faccia non bugiarda offerta. Felice te, che 'n sublimi amori Trovi la via senza cercarla aperta, E grazie godi, che per nulla etate S'affidò disïare altra beltate.

Tormenta me, se godi di questa atroce potenza: io faccio sacramento di rendere un giorno agli uomini quello che essi mi hanno fatto, col furore addoppiante della vendetta! Ma una donna, una bimba! Ad esse fu dato il cuore per amare, non per odiare! Ugo, tu bestemmii! Senti: castigo d'Iddio! il vento vuol sfasciare la capanna! O Signore, la mia cuna! Non temere!

ore di gaudio che la vita dona quando al suo bacio il forte s’abbandona: godi il tuo maggio e cogli il frutto e il fiore, fra cielo e terra respirando amore.

La giornata era il 7 maggio 1898 una giornata piena di sole. I fatti di Ponte Seveso e di via Napo Torriani avevano fatto scrivere al direttore dell'Italia del Popolo l'ormai famoso trafiletto intitolato: «Ne erano assetati». Lo salto senza commenti, perchè tu non hai bisogno di essere sequestrato. Tu non godi i privilegi del Corriere della Sera, neppure in tempi ordinari.

Almo Pastor, che godi alle chiar'onde del più bel fiume che Toscana onori, cui s'aggiran le grazie e i santi amori, lieti spargendo intorno fiori e fronde: le tue virtuti a null'altro seconde, alto soggetto a più gentil pastore, da i colli ornati gi

Godi, Fiorenza, poi che se' si` grande, che per mare e per terra batti l'ali, e per lo 'nferno tuo nome si spande! Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali. Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai di qua da picciol tempo di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna. E se gia` fosse, non saria per tempo.