United States or Sierra Leone ? Vote for the TOP Country of the Week !


Che ne vòi fare? LUZIO. Ditegli se vol venir alla scola. CECA. , . Aspetta. LUZIO. Cosí farò. Oh! cagna! come l'è fresco, stamattina! Alla , ch'io mi sono levato troppo a buon'ora. E me sono scordato de fare collazione, ch'è peggio: benché madonna me ha dato un quatrino ché me ne cómpari una ciambella. MINIO. Oh! bon , Luzio. LUZIO. Buon e buon anno. Vòi venire? MINIO. , voglio.

In que' giorni ordinava il Granduca che a carico del suo erario fossero distribuite cinquecentosessanta doti, di scudi venti ciascuna, a favore di povere fanciulle. E ciò senza pregiudizio delle doti di Regia Data di cui si faceva collazione, secondo la formola adoperata, ogni anno nel mese di giugno, per San Giovanni.

Quello spazio che rimaneva pur vasto, era sparso di varii padiglioni, ove ristorar si potesse la moltitudine con cibi e rinfreschi; di palchi eretti per varie bande musicali, e nel centro si elevava un tempietto della Fortuna costrutto per l'estrazione a sorte dei cento premii, la collazione dei quali era stata prenunziata

VIGNAROLO. Oh canchero! che mi hai fatto cadere, m'hai stroppiato! ARMELLINA. Venite in casa a far collazione, ché sète stracco e ne dovete aver bisogno. VIGNAROLO. Sappi, Armellina mia, che d'ogni minima cosa mi doleva, quando mi sommersi, di non aver a vederti mai.

LECCARDO. Son stato invitato da certi amici ad un buon desinare, ma vo' ingannargli per amor vostro. DON FLAMINIO. Va' a casa e ordina al cuoco che t'apparecchi tutto quello che saprai dimandare, e fa' collazione; tratanto che sia apparecchiato, serò teco, ché vo per un negozio. LECCARDO. Ed io ne farò un altro e sarò a voi subbito.

PEDANTE. O mi Deus, ha rotta una spalla a Prisciano. Dic, quaeso, diceremus bene: «la capo»? «La» est articulus foeminini generis, «capo», mascolini; discordat in genere; bisogna dire: o «lo capo» o «la capa». GIACOCO. Giá chisso sbaría; manche se fosse no piccirillo della zizza, parla allo sproposito. PEDANTE. Io non parlo allo sproposito, se de miei detti ne farai congrua collazione.

MASTICA. Per che cosa? perché ho fatto forse collazione? LAMPRIDIO. Che collazione? Perché puoi trattare e ragionar con Olimpia e vederla quanto ti piace. MASTICA. Dieci di queste beatitudini le venderei per un bicchier di vino. ... Poi quando alla sfuggita mi potea parlare, diceva: Mastica, sai tu novella di Lampridio mio? e finiva le parole che le portavano l'anima in sino a' denti....

Sappia la tua massima demenza come noi nelle cose temporali non sottostiamo ad alcuno; a noi per diritto regio appartengono la collazione delle chiese e delle prebende vacanti, e la percezione dei frutti di quelle; la collazione che noi ne facemmo e faremo saranno valide nel presente, e nel futuro, e per noi andranno virilmente difesi i possessori di quelle contro ogni persona; e a chi altro non crede noi mandiamo patente di grullo, e di matto.

PANFAGO. Da quaranta in cinquanta, e giá li voleva portare in Ispagna; ma per aver incontrato per il camino certe fuste le quali facevano l'amore con la nostra nave, l'è paruto piú sicuro fermarsi qui in Napoli, se forse li potesse qui smaltire. MANGONE. Filace, vien qui fuori. FILACE. Eccomi. MANGONE. Hai dato da far collazione a quei giovani?

PANFAGO. Se prima non fo un poco di collazione e mi beva duo bicchieretti di vino, non arai ben di me tutt'oggi. DOTTORE. Se mi darai modo che ricuperi Melitea e mi vendichi di costoro, ti darò tal mancia che non arai piú a morirti di fame mentre sarai vivo.