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È ritornato fanciullo, ha sei anni, ama giuocare alla palla, al cerchio, ha appreso a memoria dei versi che recita fra le ginocchia del babbo, si rizza sulla punta dei piedi per veder la sorellina in culla, non sa ancora che sia il mondo, non impaurisce per le incognite che gli prepara l'algebra della vita.

Il vecchio, con voce tremante di orgoglio e di tenerezza insieme, soggiunse: Il signor Lodovico aveva appena vent'anni quando la lavorò per la sua chiesa.... Questa è la chiesa del signor Bertini.... Qui son sepolti i suoi nonni, qui si sposarono i suoi genitori, qui fu tenuto a battesimo.... Me ne rammento come fosse ieri, e se ne rammenta Don Pietro.... , dinanzi al fonte.... la sua sorellina e gli altri bambini che reggevano i ceri.... ed era buono anche nelle fasce, il nostro signor Lodovico....

Certo, sorellina. Hai ragione. Non ti pare, Giana, amor mio? Giana. Ma , ma . Non insisto. Non facevo mica sul serio... Facevo per gioco. Mortella. Tu sai, Bandino: le piace di giocare e d’aizzare... Il giovine guarda la sua donna innamoratamente. Bandino. Come sei strana in questa luce! Mortella. Non è vero? Giana. Strana in che? Bandino.

Aspettavo che tu risalissi, Giana. Ero in gran pena. Che dice Mortella? Giana. Guardala. Bandino. Ah, niente di buono. Sorellina, sorellina selvaggia, perché sei tanto accigliata? Come puoi essere così dura, tu che sei così tenera quando vuoi? Ti supplico, ti supplico. Mortella. Tutto è gi

Due minuti dopo ritornava con la faccia umida, ma, a Dio piacendo, abbastanza pulita. Va bene, così; la faccia ha da esser sempre netta e tersa come uno specchio, mi capite? riprese la signora, mescolando gli ammonimenti alle lodi. Prendete esempio dalla vostra sorellina, che è sempre così linda. Ah, non tanto, signora, non tanto! esclamò Biancolina.

Suonavano allora le undici, e trovai che la signora Luise era uscita da una mezz'ora per andar a prendere una sua sorellina alla Volkschule delle Benedettine nel convento di Santa Valpurga. Mi feci insegnare la via, passai dal convento, incontrai molte bambine che ne uscivano, ma non lei.

E fu ancora Ercole che rispose; la sorella taceva e mi guardava, e pareva non avere inteso la mia domanda. In questa una voce rauca chiamò dalle scuderie. Ercole prese per mano la sorellina; e questa si lasciò condurre come cosa inanimata, ma senza staccare tuttavia gli occhi da me, e salutandomi colla mano. Povere creature! Il cocchiere mi udì. Povere creature davvero, interruppe.

La sua condizione è palese; ha giocato, ha perduto; ha perduto Costanza, la stima d'altrui e di stesso, il diritto di lasciarsi amare dal vecchio babbo e dalla sorellina, la fede nell'avvenire; era questa la posta, egli lo sapeva ed ha giocato ed ha perduto.

E fu peggio, quando nacque in casa un'altra bimba, e Carmela fu costretta a fare anche da bambinaia, e guai se non toccava la sua sorellina con tutta delicatezza! Se la bimba faceva capricci, la colpa naturalmente era di Carmela, e a lei toccavano i rimproveri e le busse. Di carattere dolce, non diceva nulla, non si lagnava, si rassegnava alla sua trista sorte e piangeva in silenzio.

Però non ci riusciva che a mezzo, e Odoardo si lasciava scappar qualche volta un sospiro e un'esclamazione: Povera sorellina mia! Ella non gli permetteva di continuare, e mettendosi un dito sulla bocca, diceva in tono di comando; Zitto. Non voglio questi compianti. Quando non aveva testimoni, quand'era sola, le accadeva spesso di sentirsi le guancie inondate di lagrime.