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Aggiornato: 9 giugno 2025


Il giornale fiorentino L'Alba cosí ne annunziava l'arrivo: «Stamani, a mezzogiorno, è arrivato a Firenze il generale Garibaldi con ottantaquattro uomini che lo seguono. È stato incontrato alla stazione della via ferrata Leopolda da eletta schiera di cittadini, da bandiere e dalla banda militare, che per via Borgognissanti lo hanno accompagnato alla casa De Gregori, in piazza S. Maria Novella, destinatagli per abitazione. Lungo il cammino la folla era immensa e plaudente; gli applausi sono divenuti piú fragorosi ed unanimi sulla piazza. Il Garibaldi si è fatto al terrazzo e ha pronunziato all'incirca le seguenti parole: Immensa è la gratitudine che io sento per voi, o Toscani. essa nasce oggi, ma rimonta a epoca piú lontana, all'epoca in cui il popolo toscano fu il primo a onorare quel poco che avevo fatto per l'America . Io credo però che la simpatia che mi dimostrate, più che all'individuo, sia al principio che intendo sostenere sui campi italiani, e in questo senso io vi debbo una maggior gratitudine. Il popolo toscano, senza far torto agli altri, è colto e gentile; ad esso spetta perciò maggiormente a dimostrare quanto gli stia a cuore e quanti sacrifici meriti la nostra patria. La vostra simpatia mi è cara, perché diretta alla causa italiana, per la quale ho combattuto. Sono persuaso che voi, Toscani, il piú intelligente e gentile dei popoli italiani, saprete nel tempo stesso esser quello che piú senta la vergogna della nostra posizione attuale. E non dubito che vorrete difendere fino all'ultimo istante quella causa per la quale tutti dobbiamo sacrificare le sostanze e la vita. Nuovi applausi. Il sig. Niccolini, romano , ha dette calde parole analoghe alla circostanza, chiudendo: Viva Garibaldi, viva l'Italia. Il Garibaldi si è ritirato: nuovi strepitosi applausi. Garibaldi, ritornato solo sul terrazzo, ha detto: La mia anima è con voi, o Toscani; dovunque mi conduca il destino, la mia anima rester

Adesso per altro, a Firenze, Prospero Anatolio trovò nel conte Della Valle un cambiamento troppo evidente... Giorgio alle volte era con lui così freddo, che si avvicinava a scortese... Giorgio aveva tutti i torti.

Pone assedio a Firenze, ma n'è respinto; una prima gloria di quella cittá, che non diremo ancor guelfa, ma giá papalina ed anti-imperiale; una prima gloria mal avvertita dagli storici fiorentini, piú attenti a' pettegolezzi interni o vicini, che non alle opere veramente nazionali di lei.

Aggiungerò soltanto che intervenne a quasi tutte le numerose gite sociali della Sezione di Firenze, compiutesi durante la sua presidenza, visitò più volte le Alpi Apuane e l'Appennino Toscano e Romano, ecc., non limitandosi alle Alpi che cingono l'Italia, da lui tutte sinceramente amate e tanto, da soffrirne quando qualche regione era lasciata nell'oblio.

Ne era andata la voce: tutta Firenze sapeva ormai che quella mattina, verso le 10, sarebbero stati esposti alla berlina alcuni delinquenti. E ognuno si era affrettato, e non ostante la rigida mattinata di inverno centinaia di persone non aveano avuto paura di fare una levataccia. Due ore prima che la campana del Bargello cominciasse a suonare a gogna, in via del Palagio la gente si pigiava.

Lasciato dunque il soggiorno di Firenze, che gli sembrò «inutile e tedioso», fermò il proposito di «passare in Romagna», dove «sperava far meglio»; tanto piú che dalla Romagna gli sarebbe stato piú facile di recarsi a Venezia per la via di Ravenna.

Sfugge solo di notte, in una chiatta, alla vigilanza della squadra, raggiunge la Maddalena, approda in una barca di pescatori in Sardegna, arriva ignorato a Livorno e a Firenze, vola nello Stato romano, vince i pontifici a Monterotondo, s'impadronisce di Viterbo, di Frosinone, di Velletri, e marcia su Roma.

Appena uscito nel corridoio, in compagnia degli alunni più diligenti che gli rivolgevano ancora domande intorno alle cose udite, si vide accostare da Baldassarre, il bidello. Signor professore, c'è un signore che lo aspetta. Chi è? Non ha detto il nome.... Dice che è venuto da Firenze apposta per lei. Da Firenze?... Dov'è?

A mezzanotte ci lasciammo con un lunghissimo tenerissimo bacio sulla soglia della casa della zia. All'alba riparto per Roma e Firenze. Mi addormentai. Risvegliandomi nella stazione di Roma vidi e sentii il mio cuore come un panno bagnato di lagrime torto fra le mani brutali da una lavandaia sudanese muscolosissima. Cuore gualcito, ma lavato, pulitissimo. Cuore fresco di bucato.

Contesero Firenze e Mastino della Scala successor di Can grande; e Firenze strinse contro esso con Venezia un'alleanza , per cui fu ripresa Padova e ridonata a' Carraresi, e furono assoggettate a Venezia, Treviso, Castelfranco e Ceneda, le prime conquiste di quella repubblica in terraferma, il primo ingresso di lei nella politica d'ambizioni italiane.

Parola Del Giorno

s'alceste

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