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Chiedeva, inoltre, appunti intorno la «Storia naturale, le varie e singolari terre, o crete, o pietre, i varj bitumi, le varie acque minerali ecc., piante rare; quali le maniere di coltivare le terre che con particolare e considerevole profitto in quel territorio si praticassero». In altro ordine di vita, domandava «avviso degli omicidj, dei furti strepitosi, o altri gravi delitti, che accadessero in quello e nei vicini paesi. Altresì di ogni altro avvenimento che credesse il sig. Corrispondente interessare la pubblica curiosit

Correva il tempo in cui l'esercito liberatore di Cavour, dopo i fatti strepitosi d'Ancona e di Castelfidardo, marciava sul mezzogiorno d'Italia per combatterne la rivoluzione, ed in caso la rivoluzione non avesse voluto accettare la sfida, eseguire ciò che eseguisce generalmente la sedicente giustizia umana, quando possiede grossi battaglioni: dividere l'ostrica, darne una valva od una bastonata ai contendenti, e mangiarsi il buono.

Questo discorso, favellato dal giovane Ubaldini salito su di un trespolo, troncò in un attimo le arguzie intempestive; e tutti cotesti strepitosi, e svagati artisti diventarono serii quanto i Padri del Concilio di Trento. Il primo raggio di sole che spuntò dai colli di Roma rischiarava nella prigione di Torre di Nona un molto lacrimevole spettacolo.

Il giornale fiorentino L'Alba cosí ne annunziava l'arrivo: «Stamani, a mezzogiorno, è arrivato a Firenze il generale Garibaldi con ottantaquattro uomini che lo seguono. È stato incontrato alla stazione della via ferrata Leopolda da eletta schiera di cittadini, da bandiere e dalla banda militare, che per via Borgognissanti lo hanno accompagnato alla casa De Gregori, in piazza S. Maria Novella, destinatagli per abitazione. Lungo il cammino la folla era immensa e plaudente; gli applausi sono divenuti piú fragorosi ed unanimi sulla piazza. Il Garibaldi si è fatto al terrazzo e ha pronunziato all'incirca le seguenti parole: Immensa è la gratitudine che io sento per voi, o Toscani. essa nasce oggi, ma rimonta a epoca piú lontana, all'epoca in cui il popolo toscano fu il primo a onorare quel poco che avevo fatto per l'America . Io credo però che la simpatia che mi dimostrate, più che all'individuo, sia al principio che intendo sostenere sui campi italiani, e in questo senso io vi debbo una maggior gratitudine. Il popolo toscano, senza far torto agli altri, è colto e gentile; ad esso spetta perciò maggiormente a dimostrare quanto gli stia a cuore e quanti sacrifici meriti la nostra patria. La vostra simpatia mi è cara, perché diretta alla causa italiana, per la quale ho combattuto. Sono persuaso che voi, Toscani, il piú intelligente e gentile dei popoli italiani, saprete nel tempo stesso esser quello che piú senta la vergogna della nostra posizione attuale. E non dubito che vorrete difendere fino all'ultimo istante quella causa per la quale tutti dobbiamo sacrificare le sostanze e la vita. Nuovi applausi. Il sig. Niccolini, romano , ha dette calde parole analoghe alla circostanza, chiudendo: Viva Garibaldi, viva l'Italia. Il Garibaldi si è ritirato: nuovi strepitosi applausi. Garibaldi, ritornato solo sul terrazzo, ha detto: La mia anima è con voi, o Toscani; dovunque mi conduca il destino, la mia anima rester

Orazio ed i suoi compagni non dormivano frattanto. Informati da Roma di quanto vi accadeva e degli strepitosi preparativi che vi si facevano i quali, benché il governo cercasse di tenerne segreto lo scopo, erano senza dubbio al loro indirizzo, dapprima i nostri amici eseguirono una minuta esplorazione dei sotterranei conosciuti da Orazio e da taluno de' suoi, particolarmente dal vecchio Gasparo, gi