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E non vorrei che niun di questi sbarbatelli, che van facendo il bravo per Modena col pennacchio ritto alla guelfa, con la spada alla coscia, col pugnal di dietro, con la nappa di seta, mi vincesseno in cosa nissuna, eccetto che nel correre. VIRGINIO. Tu hai buono animo. Non so come le forze riusciranno. GHERARDO. Vorrò che tu ne domandi Lelia, come sará, la prima notte, dormita con me.

Riuscí un cumolo di fatti peggio che mai moltiplicati e sminuzzati; piú brutti naturalmente dalla parte straniera e ghibellina, ma non belli nemmeno da parte guelfa, mediocri tutti.

Sventolava di mezzo alle prime la guelfa bandiera in campo bianco coi giglietti di casa Angioina, e l’aquila rossa e un verde serpente fra’ suoi artigli; ed una eguale per mezzo le schiere de’ Fiorentini, senza quel serpe, aggiuntovi solo il giglio rosso del Comune e il sesto della citt

Giá vedemmo il padre di Federigo avergli apparecchiato l'imperio, riuniendo le famiglie Guelfa e Ghibellina di Germania con un matrimonio; e con un matrimonio vedrem Federigo II acquistar diritti alla corona di Gerusalemme; onde si vuol dire che questa casa di Svevia precedesse casa d'Austria in quella politica matrimoniale, che fu a questa cosí felice.

In Milano, dove, cacciati i Torriani da parecchi anni, avean signoreggiato i Visconti pendenti a ghibellini, erano stati cacciati questi fin dal 1302; e ne era seguíta una lega guelfa di molte cittá, lega non piú di nazionali contra stranieri, ma nazionali contra nazionali, caricatura anche questa di bei fatti antichi.

I capitoli dell’accordo furon tosto giurati (ai 18 marzo) da ambe le parti, toccando il libro degli Evangeli sull’altare della cappella di S. Jacopo in cattedrale. Arbitri, pe’ Fiorentini il capitan Malaspina; pe’ Lucchesi il d’Agubbio; e altri per le terre della Lega Guelfa. Da lato de’ Pistoiesi il potest

Le due case, guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma, hanno durato più a lungo delle dinastie dei re e degli imperatori e durano anche oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno un tempo posseduto.

All'incontro, ci pare importante a notar fin di qua della parte guelfa; che siam per vederne i piú gravi errori, gl'imperdonabili pervertimenti, il passar di lei sotto a capi stranieri, e quindi l'esagerarsi, il dividersi, il perder lo scopo qualunque che pur aveva avuto, il ridursi piú che mai a nome vano e nocivo di discordie.

Appresso, comeché il nostro poeta nelle sue avversitá paziente o no si fosse, in una fu impazientissimo: egli infino al cominciamento del suo esilio, come i suoi passati, stato guelfissimo, non essendogli aperta la via a ritornare in casa sua, fuor di modo diventò ghibellino, che ogni femminella, ogni piccol fanciullo, e quante volte avesse voluto, ragionando di parte e la guelfa preponendo alla ghibellina, l'avrebbe non solamente fatto turbare, ma a tanta insania commosso, che, se taciuto non fosse, a gittar le pietre l'avrebbe condotto.

Al mezzo del seguente giorno pervenne a Verona, dove, per usar una frase diplomatica, regnava l'ordine sotto la tirannia dei signori della Scala. Capo della fazione guelfa in Italia era di quei tempi Roberto re di Napoli, della ghibellina gli Scaligeri e i Visconti. I Guelfi (e chi nol sa?) teneano col papa, i Ghibellini coll'imperatore, secondo credevano che l'un o l'altro potesse meglio giovare alla patria ed alla libert