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Aggiornato: 11 maggio 2025
Appresso, comeché il nostro poeta nelle sue avversitá paziente o no si fosse, in una fu impazientissimo: egli infino al cominciamento del suo esilio, come i suoi passati, stato guelfissimo, non essendogli aperta la via a ritornare in casa sua, sí fuor di modo diventò ghibellino, che ogni femminella, ogni piccol fanciullo, e quante volte avesse voluto, ragionando di parte e la guelfa preponendo alla ghibellina, l'avrebbe non solamente fatto turbare, ma a tanta insania commosso, che, se taciuto non fosse, a gittar le pietre l'avrebbe condotto.
Sebbene ciascuno di quelli cui era palese il secreto ardesse di desiderio d'udire immediatamente la narrazione dell'avvenuto, e quantunque impazientissimo ne fosse Gian Giacomo stesso, pure affinchè non nascesse sospetto negli altri quivi presenti, che si trattasse di cosa di cui non si volesse ch'essi fossero consapevoli, il che facilmente nascere poteva se venivano ad arte allontanati, il Castellano diresse ai due Ambasciatori ragionamenti in tutto estranei al vero oggetto del loro messaggio richiedendoli di cose unicamente relative alle disagevolezze ed ai pericoli del viaggio. Non fu che verso il finire di quel giorno che ritiratosi in una appartata camera posta a ponente del Forte, fatti quivi cautamente venire Agosto e Volfango, e que' soli che indicammo scienti del mistero, chiusosi col
In cinquanta minuti da Udine.... Una corsa! Quella brava Grigia.... mezza morta parea quando entrò nella stalla.... Ha chiesto di me il padrone? Più volte: impazientissimo. Bisognava vederlo. Con tutta l'acqua che veniva giù era ogni momento alla finestra aperta per guardare nella campagna.... Ah! eccolo.
Lo scandalo, le vergogne, i pericoli, le sventure che ne sarebbero derivate lo facevan ardere e gelare; si rodeva tra sè che il cocchio procedesse così lentamente, e la stizza e la noja e lo struggimento gli era più incomportabile in quanto era costretto a starsene tranquillo in un angolo, silenzioso, immobile, avvolto nel proprio mantello, ed era impazientissimo di svelarsi alla Ginevra, di troncare quelle dolorose incertezze, di sollevare la fanciulla da quella condizione tormentosa, in cui naturalmente ella doveva trovarsi da molti dì.
Il senator Barbarigo, che di tutta l'insidia che aveva tesa al suo antagonista e alla povera sua figlia, non aveva ancora palesato nulla a' colleghi, se ne stava intanto nella gran sala del consiglio a ripassare alcune carte impazientissimo, ed aspettando che la Valenzia Candiano venisse condotta alla sua presenza. Ma quando gli parve che fosse oltrepassata l'ora in cui gli arsenalotti avrebbero dovuto esser gi
Ma il Palavicino, che impazientissimo desiderava la maturanza dei tempi, più d'una volta non ricordandosi del consiglio ch'egli stesso aveva dato a Francesco Sforza, fu tentato di prevenirli, se non fosse stata la calma sapiente e astuta del suo consigliero; e costretto così a sopportare in pace quell'intervallo tanto lungo di tempo, fu da quell'inerzia medesima, da quel tedio opprimente, che per lui germogliarono altre cagioni di altri effetti infiniti.
Il Malumbra era impazientissimo, e non ci voleva meno dell'assoluta buona fede di Valenzia, per non accorgersi che nelle parole e ne' gesti di quell'uomo, era qualche cosa d'irresoluto, d'impigliato, di poco sincero; ma la poveretta non pensava che al suo Fossano, e ridottasi nella sua camera a mettersi intorno le robe, che si volevano per quel notturno viaggio, e così fatto fare alla sua fante, in breve ambedue furono all'ordine.
Impazientissimo andò verso la porta: ed ecco si abbattè con Bonello che veniva innanzi lentamente e colle mani nascoste dietro le reni. Messere, disse Bonello: siete disarmato? Debbo temere i traditori nel mio castello? rispose fieramente Ugo, e comandò: Bonello, fate alzare subito il ponte.
Il signore di Auriate, quando furono introdotti nella sua sala della torre Guidello ed Ingo, si levò impazientissimo, interrogando: E così, araldo? Con la grazia somma rispose Guidello: io ho salve l'ossa, voi la onoratezza di cavaliero. Come andò? Il sagrato ci parve una benedizione del cielo: spiegai il bando e diedi l'avviso. Chi accorse? Venne Ugo? Messere sì, c'era Ugo. Dunque?
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