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Aggiornato: 9 giugno 2025
Sintomo caratteristico delle condizioni letterarie di Roma è il fatto che la Strenna Romana non viene pubblicata a Roma, ma a Firenze, presso il Le Monnier; a questa famosa casa editrice fiorentina ricorrono tutti i poeti romani. Lingua bella e pura, sentimento lirico e musicale, tendenza alla natura idillica: queste sono le sue caratteristiche.
Il nome di «Fiorenssa», come si diceva, questo nome al quale il popolo, benchè l'avesse sì poco familiare, era pure sempre usato ad unire l'immagine di qualcosa di gentile e di augusto, si ripeteva allora con amore; Firenze, gi
Gli rimaneva a subire la dolorosa prova della gogna. La mattina del 23 gennaio 1832, in via del Palagio il sotto-boia, personaggio allora notissimo in Firenze, era occupato con un suo ragazzo a rizzare intorno al muricciuolo, che era a destra della porta del Palazzo Pretorio, che rispondeva in Via del Palagio, un cancelletto di legno.
Quel giorno, nel quale Maria volle partire, Firenze era gaia più del solito: godeva una bella giornata di primavera, quantunque si fosse ancora in febbraio.
Cosimo si ritrasse a Venezia, l'antica alleata di Firenze; ed ivi, esule magnifico, continuò le medesime splendidezze, edificando palazzi, raccogliendo codici, anticaglie, letterati, artisti; e pur mantenendo relazioni con sua parte in Firenze.
Giulio II stringe la lega di Cambray e prostra Venezia per strapparle l'esarcato di Ravenna; avutolo, si volta con Venezia contro la Francia per conquistare Ferrara, Parma e Piacenza: mutatosi in ghibellino favorisce i Medici contro i guelfi a Firenze, gli Sforza contro i guelfi a Milano e ingannando tutti, forse sè stesso, urla: fuori i barbari!
Entrai: Il commissario mi abbordò subito con queste parole: Lei è di Firenze? Sissignore! Vuoi fare il viaggio a spesa sue, o a conto della questura? Ma io voglio restare in Livorno È impossibile! Se ci ho i miei interessi! Non importa: lei è di Firenze e deve tornare a Firenze! Ma questa è bella! O bella, o brutta... tali son gli ordini.
Morto Luchino, avvelenato, dicesi, dalla moglie , eragli succeduto suo fratello Giovanni arcivescovo. Signore giá di sedici cittá, comprò da Pepoli Bologna . Fu citato a renderne conto ad Avignone; rispose che v'andrebbe con dodicimila fanti, seimila cavalli; s'accomodarono. Tenne Bologna in feudo papalino . Minacciò, guerreggiò invano Firenze, signoreggiò Genova , morí nel 1354.
Fra le altre ponemmo in vista anche quella de’ Rossi. Vogliamo notare che una parte di questa, con Lapo di messer Re, eletto giudice delle cause civili e successo a messer Cino, rimase in Pistoia e vi tenne sempre onorevoli uffici. Un’altra invece si suddivise: e alcuni preser dimora in Firenze, altri in Pisa, altri in Napoli. E fu dai Rossi di questa citt
Quindi Benedetto descrive l'assalto di S. Marco dell'8 aprile 1498. Era di domenica, il giorno delle palme, quando Firenze si sollevò con grida selvaggie per prendere il frate vivo o morto, ecc. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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