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Aggiornato: 9 giugno 2025
«Per cagione di nostra figlia e della deputazione che, pur troppo, mi tiene sempre legato alla catena, tu pure fosti costretta a condurre una vita tutt'altro che allegra. Ma adesso, essendo più libero, cercherò compensartene: qui a Firenze troverai una societ
Era una lettera breve ma appassionata, con due o tre frasi d'una eccessiva acutezza, quali sapeva trovare Teresa per agitarmi. Ella mi faceva sapere che sarebbe stata a Firenze tra il 20 e il 25 del mese e che avrebbe voluto incontrarmi l
Quand'ecco un bel mattino un giornale coraggioso di Firenze rende di pubblica ragione quella lettera, e in tutta Italia si ripete una frase incredibile di essa: facciamo quattrini colle immancabili speculazioni! e tutti i fogli liberali la commentano e lo scandalo si diffonde, si fa colossale, enorme, incredibile, e si chiede ad altissime grida che l'inchiesta parlamentare sia fatta immantinente.
Viveva a Firenze con sua madre, che è vedova.... Un giovine di garbo, gentilissimo anche con me.... Svolazza un po' intorno a Lucilla.... Ah, sì? Oh! puerilit
Ma Garibaldi, con rapida mossa, lasciò Firenze il 22 ottobre, mentre si spiccavano mandati di cattura contro di lui. La gendarmeria reale lo inseguì, e stava per raggiungerlo a Rieti, quando egli ne ripartì.
Ma la prima sera in cui si rividero, il primo momento, in un palchetto della Pergola, a Firenze, senza parlare, senza toccarsi la mano, dinanzi a molta gente, scambiarono quello sguardo ardente che rimescola il sangue e per cui due vite s'uniscono. E fu una spaventosa tempesta la passione che li travolse. A voi non piacciono i ritratti di donna.
E poi l'osteria di questo paese non è mica fatta come l'osteria degli altri paesi; mai no. Qui gli artefici principali convengono; qui il dottore fisico, e qui il cerusico; qui il dottore legale, e qui il notaio, che di faccia alla legge equivale al cerusico di faccia alla medicina; qui il nobile uomo, e qui talora io vidi far capolino anche il prete; perchè oltre al vino, in questa osteria danno a bere una cotale acqua tinta in nero, che per amichevole convenzione tra venditore e compratori è stabilito che non abbia a chiamarsi inchiostro, ma caffè; e le menti nate a speculare in politica vi trovano la Gazzetta di Firenze, e qualche volta il Giornale di Foligno di un mese, o tutto al più di quindici giorni indietro, per non istarcene male informati sopra le vicende del mondo. E neppure l'oste è fatto come l'oste degli altri paesi: in lui la etimologia del suo nome si trova in fallo: oste, dicono derivare dalla parola latina hostis, però che l'oste si comporti come da nemico contro i suoi avventori; ma questo mio oste, in primo luogo, non mescola mai acqua nel vino; in secondo luogo, non con voce, ma con lo esempio anima gli avventori a bere; primo all'assalto, ultimo alla ritirata, a modo dei re di Sparta, spesso ei si giace vittima del nobile ardimento, onde i conti si fanno il giorno di poi, e gli avventori gli danno ragione del bevuto, e pagano con probit
Vogliamo ancora, che i uostri giorni del Sabato & altre feste hebraiche, oltre alle feriate della citta' di Firenze, sian in utile, e' feriate, ne' si possa in tali giorni agitare, ne' piatire, ne' imponer contro di uoi, ne di altri ammettendoui exnunc perferiate inutili.
Io sono pertanto lietissimo di vedere accolta nella Biblioteca italiana del tanto benemerito signor Brockhaus questo leggiadro ed onesto racconto di uno de’ nostri più gentili scrittori viventi; e, per rallegrarmene, fui contento di potergli mandare innanzi queste mie poche e disadorne, ma, spero, veridiche parole. Firenze, 31 Marzo 1876.
Fu fissato che Antonietta e Roberto partirebbero con Lina da Venezia la sera appresso a quella in cui dovevano trovarsi alla festa della principessa, e si sarebbero diretti a Firenze. Appena arrivati, Lina si sarebbe presentata al capo della polizia o all'avvocato fiscale della Rota per fare le sue rivelazioni. Intanto essa aveva gi
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