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Aggiornato: 9 giugno 2025
Arrivato in cima, accanto al muricciuolo, prese fiato, e poi si voltò tutto a un tratto verso Firenze.
A Firenze poi si assicurava eleggerlo Livorno; a Rosignano facevasi diligenza perchè i deputati del Governo uscissero eletti.
Ora intendiamoci. Io non confondo il quartetto dei professori di Firenze col quintetto anonimo. Troppo ribaldo gesto sarebbe stato, in verit
Nè minor fortuna ebbe il padre Filippo Cecchi, direttore dell'Osservatorio Ximeniano di Firenze, quando a lui si rivolse, per stabilire nell'Appennino Toscano una rete di tali osservatorî che in breve volger di tempo, mercè l'aiuto che Egli ne diede e come privato e come Presidente della Sezione Fiorentina, poterono iniziare utili studi.
Dopo pochi giorni comparve l'amnistia con la quale un governo provvisorio eletto dal Municipio di Firenze perdonava ad un governo provvisorio votato dal Parlamento, confermato dal Senato, acclamato dal popolo quei medesimi atti ch'egli stesso operava; e parve all'universale una cosa matta. Questa amnistia bandivasi in grazia della concordia, e pure taluno opinava non doversi mettere in pratica se non a guerra finita! E tale altro trepidava, che l'accettassero gli esuli! Un vecchio amico del Guerrazzi, commosso del soprassello d'ingiuria che si recava al nostro compatriotta, ne scrisse al sig. Boncompagni suo conoscente, perchè trovasse modo onesto di ripararvi, e n'ebbe questa risposta in data 6 maggio 1859. «Il decreto del governo provvisorio apre le porte della Toscana a tutti gli esuli: ma se il Guerrazzi vorr
Guerreggiossi quindi parecchi anni in Toscana e in tutto il mezzodí, tra i due competitori; combattendo per il francese e Firenze Braccio da Montone, per Ladislao Attendolo Sforza.
Firenze non fu buono Stato se si giudichi positivamente da sé, posciaché non asserí l'indipendenza compiuta, posciaché non ebbe armi proprie; ma Firenze fu senza dubbio il migliore Stato d'Italia dopo Venezia; e non merita né tutti gl'improperi di Dante, né tutti gl'inni di Sismondi. I Visconti erano sempre i maggiori principi d'Italia.
E ben fu che a sì gran cittadino Firenze sua festeggiasse nel secentesimo anno della sua nascita! Ben fu che in quel memore giorno in cui l’Alighieri cominciò la sua vita, sacra all’arte e alla patria, al dolore e alla verit
E a l'arba, mentre c'era un temporale, 'Rivorno da Firenze li cassoni Dove c'erano drento li foconi De quelli de la guardia nazionale. Furno depositati in d'un casale E dopo, assieme a l'antre munizioni, Li portassimo drento a du' barconi Presi da 'n capo-presa padronale.
I nostri non scendevano l'Alpi per sommovere Torino o Firenze: tentavano salirle per sommovere Trento e Venezia: tendevano a continuare l'emancipazione della Nazione, a continuarla a pro vostro: cercavano un'altra Marsala. Non impiantavano un dualismo: movevano a distruggere quello che pur troppo esiste sulla terra Italiana.
Parola Del Giorno
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