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¹ Il Piovano ha commesso un anacronismo. Mettiamo dunque il nostro uomo sul trespolo della vita politica e consideriamolo per di dietro, e per davanti. Il Piovano si compiace trovare il Guerrazzi giovanetto di 15 anni alla Universit

Prima d'andare a rinchiudersi, Vincenzo pensò a provvedersi di libri, per isfogare colla lettura, la passione che gli ferveva nel cuore. Comperò i romanzi di Guerrazzi, di Massimo d'Azeglio, di Tommaso Grossi, e li lesse e rilesse con l'avidit

A Livorno gli ufficiali del Governo andavano dicendo agli elettori: «e' buttano via i voti, tanto deputato ei non può escire, non comparendo su la lista degli elettori»; facendo frutto dissero e stamparono, che il Guerrazzi aveva scelta la rappresentanza di Rosignano, suo antico collegio.

Venne deciso che in quello stesso giorno Garibaldi sarebbe andato a Firenze per trattare a voce col Ministero; ma sul piú bello capita a Livorno il Castellani, incaricato d'affari di Venezia. E Garibaldi, muta a un tratto proposito, e comincia a vagheggiare il pensiero d'offrire la sua spada alla Regina dell'Adriatico. Il Notary, piú che mai indispettito, ne avvisa il Guerrazzi. «L'arrivo qui del Castellani», telegrafa, «sospende la gita costí di Garibaldi. Questa sera, vedrete che ci sar

L'ordinamento dell'Associazione era, a mezzo il 1833, potente davvero e segnatamente in Lombardia, nel Genovesato, in Toscana, negli Stati Pontificî. L'anima dell'Associazione Toscana era in Livorno, dove Guerrazzi, Bini ed Enrico Mayer eran operosissimi e inspiravano Pisa, Siena, Lucca, Firenze. Pietro Bastogi, oggi Ministro, era Cassiere del Comitato. Enrico Mayer viaggiava a Roma, dov'ei fu per sospetti imprigionato, poi, tornato in libert

Il popolo scarrucolato dette di fuori; irruppe in violenze, e peggio, e fu allora, che il Guerrazzi chiamato dal Governo si adoperò a sedare gl'infelloniti e ci riuscì.

Veniamo alla restaurazione: fino alla battaglia di Novara ben altro sonarono atti, e parole: il Guerrazzi difendendosi da capitale accusa disse averci pensato anco prima; ma da quando in qua si pretende, che un uomo in simile stato somministri argomento ai suoi giudici di condannarlo? Certo, io lo confesso alla scoperta, un uomo della sperienza del Guerrazzi, dovea sapere che ciò non gli sarebbe stato creduto, e non lo avrebbe salvato, però era non pure animoso ma savio dire addirittura come la faccenda stava. Però se consideriamo la quasi quinquennale prigione, il tedio, l'epilessia che lo assalse, egli è più onesto desiderare, che lo facesse, che giusto accusarlo di non averlo fatto. Dopo la battaglia di Novara ci pensò, e fece bene: questo era il suo disegno, che parte compì, e parte rimase interrotto. Parlo cose a tutti note, da centinaia di testimoni attestate, da copia infinita di documenti fatte sicure. Solo la calunnia finge ignorarle, e la slealt

O popolo!... O popolo!..., O popolo!.... Un esercito, proprio un esercito (si conta fossero 4,000 uomini) andò ad arrestare il Guerrazzi, che avvisato in tempo ordinò le porte del palazzo si tenessero aperte; fu preso, gittato sul vapore, e incatenato... Queste catene gli tolse dalle mani un carabiniere facendo prova da non dimenticarsi giammai come un carabiniere possedesse il pudore, la carit

A bene intendere la parte finale di questa lettera vuolsi sapere, che al nuovo eletto corre l'obbligo recarsi di persona all'Accademia per recitarvi l'elogio dell'accademico a cui succede. Il Guerrazzi replicava a questa con due lettere entrambi al signore Capponi, una come Arciconsolo, altra privata. «Mio signore.

Questa lettera onora il Guerrazzi e di molto; ma la bell'anima del Giusti due cotanti più. Se la marmaglia dei giornalisti avesse per inavvertenza smarrito la via della onest