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Aggiornato: 16 giugno 2025
Il Guerrazzi ne scrisse al signor Corsi, affinchè egli, che lo doveva sapere, dicesse al signor Carletti s'egli durasse in esilio per rancore, per quale altra cagione ei vi durasse, e il signor Corsi rispose: «ho scritto al signor Carletti pregandolo a rettificare i suoi giudizii, «e spero che lo far
I miei colleghi assentirono di buona voglia e vinto il partito, incaricammo il segretario Valeriani di scrivere al Guerrazzi, ch'eravamo mossi a ciò dai suoi libri, e non dal posto che occupava.
Rispose il Guerrazzi: lieve cosa conseguirla, oblierebbe le offese; in Toscana sopprimessero la turpe sentenza, e ciò più per onore del paese, che suo; se dovesse essere adoperato in Toscana gli proponessero ufficio, che a lui convenisse, se no rimarrebbe fuori sovvenendo al governo, finchè si fosse mostrato veramente sollecito del bene del paese.
Mi sovvengo che avendo il Modena un giorno, con certe sue proposte audacissime di generale armamento, sollevato la Camera a rumore, il Guerrazzi con un gesto di ironica compassione proferì le parole: «LASCIAMOLO RECITARE!» Sarcasmo irriverente e crudele, che non giovò certo a rinforzare l'autorit
A me piace il Guerrazzi quando pertinace nel 47 negò fede al risorgimento italiano per virtù del Papato: prete sono, sicchè come Catone so in quale parte mi stringa la scarpa.
E in mezzo a tante altezze fosforescenti, non è riuscito ad aprirsi una via e ad occupare un largo posto anche quel buono e poco ornato romanziere che si chiamò Paolo De-Kock, tanto vilipeso dagli insigni e tanto letto dalle moltitudini?... E da noi, in epoca recentissima, qual differenza tra Manzoni, Guerrazzi, Giovanni Prati, Giuseppe Giusti, Guadagnoli, ecc., ecc.!!!
Il sig. Conte invitava il Guerrazzi di recarsi immediatamente a Torino per conferire con lui; ed ei lo faceva quando il sig. Corsi lo avvisò di Toscana con lettere dei 24, 25, 26 febbraio, che chiamato dal sig. Cavour era su le mosse di partire col sig.
Fatto sta, che il signor Ridolfi proconsole con pieni poteri accompagnato da molte armi venne in Livorno, dal balcone sparse fogliolini stampati al popolo; confetti parlanti ferocia e menzogna secondo il solito contro il Guerrazzi; sorsero su predicatori per tutti i canti predicando come codesta belva volesse saccheggiare ed ardere la Patria.... e il popolo se la bebbe.
Questa lettera dettata espressamente perchè al Guerrazzi si partecipasse, ei la conobbe. Ahimè! Anche questo doveva toccare al Guerrazzi, che un Boncompagni gli avesse ad insegnare come si ami la Patria! Adesso per debito di carit
Diamo una giravolta al trespolo e miriamo un po' il Guerrazzi ministro. Io piovano innanzi tratto, lo lodo chè amico della libert
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