Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 4 maggio 2025


Sintomo caratteristico delle condizioni letterarie di Roma è il fatto che la Strenna Romana non viene pubblicata a Roma, ma a Firenze, presso il Le Monnier; a questa famosa casa editrice fiorentina ricorrono tutti i poeti romani. Lingua bella e pura, sentimento lirico e musicale, tendenza alla natura idillica: queste sono le sue caratteristiche.

Questa edizione comparisce notabilmente emendata, e nello stile corretta, non però mutata: avvegnachè per volgere degli anni o in meglio o in peggio lo stile muti, e i rattoppi stridano con la stoffa, come i ritocchi a secco sopra gli affreschi: nonostante questo, per varianti, emende e correzioni, la edizione Le Monnier è l'unica che io ritenga normale della Battaglia di Benevento. Vivi felice.

Fabio Nannarelli (Poesie, Le Monnier, 1853 e 1856) è un poeta di ingegno non comune, cui arride certo un bell'avvenire; ha uno spirito nobile, appassionato del vero, che egli cerca nella poesia e nella vita, senza traccia di leggerezza e di frivolezza, come del resto tutta la giovane scuola poetica romana. Nannarelli conosce la letteratura tedesca, è un ammiratore di Schiller e di Lenau, sui quali ha scritto una monografia; ha in profondi elementi tedeschi, e la sua Musa ha un carattere strettamente germanico. La sua nota fondamentale è melanconica, grave e appassionata. V'è nella sua poesia un alito di morte, che sembra esser venuto a lui dalla Piramide di Caio Cestio, alla cui ombra dormon le ombre di Jung e di Schelley, grandi genî poetici riflessivi, così insoliti nella terra di Roma. L'insufficienza di una esistenza male ordinata, che i Romani sentono ogni giorno di più, più di un inglese o di un tedesco, spinge Nannarelli a cercare la solitudine e a sentire il culto del dolore, che in lui non è del tutto scevro di sentimentalismo. Sentendo l'abisso che separa l'aspirazione dalla realt

Comparendo adesso questa opera nuovamente alla luce per le stampe di Felice Le Monnier senza Discorso e senza Dedica, parmi cosa dicevole manifestarne la causa, onde uom non creda, che per sopraggiunto pentimento io gli abbia voluti omettere.

GUERRAZZI F.D., Appendice all'Apologia, Firenze, Le Monnier, 1852, p. 72. Il prode condottiero, disgraziatamente, aveva voce in que' giorni di testa calda e avventata; si temeva sopratutto che i sovvertitori, de' quali vi era una straordinaria abbondanza, usassero del suo nome, del suo valore e della sua audacia per alzare il capo e tentare qualche colpo di mano.

Parola Del Giorno

nell'ignobile

Altri Alla Ricerca