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Or lassa ove t'offesi? ove cotanti Error commisi, che da me lontano Rivolgi il cor , che mi struggo in pianti Te pur pregando, e mi distruggo invano? Forse tra scogli, e turbini sonanti Ti produsse, Ottoman, l'empio Oceano? Ch'a te non cal, che fra i Latin schernita Tragga in dolor la miserabil vita?

Poi si rizzò, squassando le vellose terga e le zampe in sulle arene stese: più forte urgean le voci lamentose, vane sonanti pel vuoto paese.

Sopra splendido vassoio il Pretore, salito sui gradini dell’altare, vuotava un sacco pieno di grosse monete d’argento, le quali rumorosamente cadendo suscitavano nei presenti un senso ineffabile di soddisfazione e di... desiderio: erano dugencinquanta scudi sonanti con le effigi di Carlo III e di Ferdinando IV, destinati al culto della chiesa.

Da Pier le tegno; e dissemi ch’i’ erri anzi ad aprir ch’a tenerla serrata, pur che la gente a’ piedi mi s’atterri». Poi pinse l’uscio a la porta sacrata, dicendo: «Intrate; ma facciovi accorti che di fuor torna chi ’n dietro si guata». E quando fuor ne’ cardini distorti li spigoli di quella regge sacra, che di metallo son sonanti e forti,

O bell'arte de' carmi! Onde l'amore, Il dolcissimo amor, che sin dagli anni D'adolescenza io ti portava, e afflitto Da lunghi disinganni anco ti porto? Non per la melodìa, misterïosa Sol de' söavi accenti, e non per l'aura. Degli applausi sonanti entro le sale De' colti ingegni, e non per la più cara. Delle lodi, la lagrima e il sorriso Delle donne gentili. Innamorato, O bell'arte de' carmi, hai la mia mente Colle nobili istorie. Il tuo incantesmo È per me la parola alta e pittrice De' secreti dell'anima, ed un misto Di semplice e di grande e di pietoso, Che nessun'altra bella arte con tanta Efficacia produce. A te ne' voli, Cui fantasìa ti trae, tutte concede Sue grazie il vero; e tu, se Poesia Inclita sei, quella ond'amante io vivo, Tutte del ver serbi le grazie, e ornarle Sai di delicatissimo splendore Che non punto le offende e non le muta, E pur le fa per molti occhi più dive, Più affascinanti l'intelletto. Incede Senza carmi e con leggi altre men gravi Più scioltamente un narrator, siccome Senza cinto la vergine; ma il cinto Converte la vaghezza in eleganza. Suoni sull'arpa mia, suoni la lode Delle forti sull'uom dolci potenze, Onde il femmineo cor va glorïoso; E mia cantica dica oggi le pompe Del Parlamento di Verona, e quale D'un magnanimo vate era il periglio, E più il periglio d'un illustre oppresso Se vergin trovadrice alla crucciata Alma d'un generoso imperadore Pacificanti melodìe opportune Dal mite e saggio cor non effondea. Quando Italia ordinar, lacera in mille Avversanti poteri, ebbe promesso. Il rege Ottone, e di Verona al circo Chiamò l'alta adunanza, ove concorse; Ogni baron d'elmo o di mitra ornato, Ch'oltre o di qua dell'alpi avesse nome, Immensa moltitudin coronava Sull'anfiteatrale ampia scalea La vasta piazza, in mezzo a cui d'Augusto La maest

Se non che duci eccelsi, eccelse schiere A' Turchi incontro armi superne han prese, E fan volar da le stellanti sfere Nembi sonanti di saette accese; Non han cotanto i miei furor potere che di tutto il Ciel stanchi l'offese, Ma se tu la grand'alma empi di sdegno, E gridi a l'arme, io pur ne bramo il segno.

Oh! un omone... Un politico di ventiquattro carati.... Una testa monumentale... Vale dieci Cavour e cento Pinelli. Fa il giornalista umanitario; patrocina la causa dei poveri... a parole sonanti... E si fa ricco. L'hanno fatto cavaliere, riuscir

Tal ne' vizii s'avvolge, come Ciacco Nel lordo loto fa; soldato esperto Ne' conflitti di Venere e di Bacco. E tal di mirto al vergognoso serto Il lauro sanguinoso aggiunger vuole, Ricco d'audacia e povero di merto. Tal pasce il volgo di sonanti fole, Vile, di patrio amor par tutto accenso, E liberal non è che di parole.

I repubblicani moderati al governo non erano liberi, toccava anzi a loro portare le conseguenze della propria misura, e, una volta che avevano abbattuto il trono con l'aiuto dei comunisti, lusingare almeno con parole sonanti la cupidigia dei loro alleati. Lamartine dichiarò che lo stato, la provvidenza dei forti e dei deboli, aveva in caso di necessit

Da Pier le tegno; e dissemi ch'i' erri anzi ad aprir ch'a tenerla serrata, pur che la gente a' piedi mi s'atterri>>. Poi pinse l'uscio a la porta sacrata, dicendo: <<Intrate; ma facciovi accorti che di fuor torna chi 'n dietro si guata>>. E quando fuor ne' cardini distorti li spigoli di quella regge sacra, che di metallo son sonanti e forti,