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Ai duelli, altronde, si era per antica consuetudine adusati. Al S. Ferdinando, tra le varie discipline che s’impartivano, non mancavano le cavalleresche. La scherma, una delle cinque piaghe, non gi

Servite dunque Ferdinando, com'egli desidera, e riavrete la vostra donna. Ma con quali pretesti è tenuta in carcere?

Fu gran connestabile del regno di Napoli, dove si legò strettamente alla dinastia d'Aragona, egli stesso si chiamò de Aragona, al servizio del re Alfonso II e quindi di Ferdinando II. Fu incaricato di arrestare la marcia di Carlo VIII di Francia, attraverso l'Etruria, ma i figli di Virginio, Giovanni Giordano e Carlo, per ordine del padre, secondo i patti convenuti, consegnarono al monarca che si dirigeva alla conquista di Napoli, i loro castelli e questa inevitabile defezione degli Orsini dischiuse al conquistatore la via di Roma.

Ferdinando Sappia era in casa. Enrico fece irruzione nella sua camera allo stesso modo e peggio di quel giorno ch'era andato da lui a chiedergli diecimila franchi da prestare a Nan

Ferdinando salutò graziosamente con un cenno del capo e con un sorriso i due marinai gentiluomini.

Centomila scudi furon buttati in tanta follia: e quando l’opera parve compiuta, il Principe Ferdinando non cessava di ripetere soddisfatto «di avere avuto al mondo l’abilit

Un prefetto della polizia di molto buon senso si era detto: Il furto è il sistema normale del governo napolitano. Eccetto il re che non ruba, regnava allora Francesco I cui non bisogna confondere con Ferdinando II, tutti gli altri rubano. In una societ

I sarti, nel presagio dei tempi, hanno fatto quanto Carlo in Francia: il punto sta nel vedere se il giuoco duri. Genesi, C. II. Lettera di Cristoforo Colombo a Ferdinando ed Isabella, dopo il suo quarto viaggio in America. NAVARETTE citato dal MICHELET, Storia dei Francesi, t. III. p. 106. HUME, Storia d'Inghilterra, t. I. p. 64. THIERRY, Storia della Conquista de' Normanni, t. I. p. 63.

Mio signore, perchè mi dite voi ciò? rispose il Fiesco, maravigliato. E perdoni Vostra Altezza, se ardisco interrogare: ma è così nuovo e così immeritato il rimprovero, che io sento il bisogno di chiederne il perchè. Il perchè non è difficile a dirsi; replicò Ferdinando. Lo sapete, il proverbio? Chi non è con me vuol esser contro di me.

Non dovevano esser piacevoli, quel giorno, le lettere del re Ferdinando.