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In bando dal talamo, dal trono, dalla reggia, dalla patria; non basta?... Oh cielo! intera mia fama sola rimaneami; sola mi ristorava d'ogni tolto bene: prezíosa dote erami indarno da colei, che in non cal tenne la sua, invidíata: ed or mi si vuol torre, pria della vita? Or via; Neron, che tardi?

GIOVANNI CAL

Per che lo spirto tutti storse i piedi; poi, sospirando e con voce di pianto, mi disse: «Dunque che a me richiedi? Se di saper ch’i’ sia ti cal cotanto, che tu abbi però la ripa corsa, sappi ch’i’ fui vestito del gran manto; e veramente fui figliuol de l’orsa, cupido per avanzar li orsatti, che l’avere e qui me misi in borsa.

FELICE RAMORINO nel Giornale d'Italia 23 maggio: «Soprattutto e prima di tutto i testi classici vogliono essere curati. Una Raccolta senza pretese ma fatta con diligenza e buon metodo, che esibisse nel testo ora ritenuto migliore le opere dei principali poeti, storici, oratori, filosofi greci e latini, con sobrii prolegomeni e note, raccolta a cui potessero ricorrere con fiducia gli studiosi, corrisponderebbe a un vero bisogno del nostro paese, perché ora, se si deve consultare Erodoto o Tucidide o Polibio o Plutarco o Cicerone stesso o Cesare o Livio, non si può a meno di ricorrere a edizioni forestiere». Come si vede, tanto CAL

Vedi CAL

Per che lo spirto tutti storse i piedi; poi, sospirando e con voce di pianto, mi disse: <<Dunque che a me richiedi? Se di saper ch'i' sia ti cal cotanto, che tu abbi pero` la ripa corsa, sappi ch'i' fui vestito del gran manto; e veramente fui figliuol de l'orsa, cupido si` per avanzar li orsatti, che su` l'avere e qui me misi in borsa.

Or lassa ove t'offesi? ove cotanti Error commisi, che da me lontano Rivolgi il cor , che mi struggo in pianti Te pur pregando, e mi distruggo invano? Forse tra scogli, e turbini sonanti Ti produsse, Ottoman, l'empio Oceano? Ch'a te non cal, che fra i Latin schernita Tragga in dolor la miserabil vita?

Tener non puoi quest'empia plebe ancora in quel non cal, ch'ella pur merta. Ai roghi d'Agrippina, e di Claudio, è ver, si tacque: tacque a quei di Britannico: eppur oggi d'Ottavia piange, e mormorar si attenta. Svela i falli d'Ottavia, e ogni uom fia muto.

Per che lo spirto tutti storse i piedi; poi, sospirando e con voce di pianto, mi disse: «Dunque che a me richiedi? Se di saper ch’i’ sia ti cal cotanto, che tu abbi però la ripa corsa, sappi ch’i’ fui vestito del gran manto; e veramente fui figliuol de l’orsa, cupido per avanzar li orsatti, che l’avere e qui me misi in borsa.

Per che lo spirto tutti storse i piedi; poi, sospirando e con voce di pianto, mi disse: <<Dunque che a me richiedi? Se di saper ch'i' sia ti cal cotanto, che tu abbi pero` la ripa corsa, sappi ch'i' fui vestito del gran manto; e veramente fui figliuol de l'orsa, cupido si` per avanzar li orsatti, che su` l'avere e qui me misi in borsa.