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"Più volte, entrando all'improvviso nelle camere di lei, erami parso che mi nascondesse qualche oggetto. Un giorno non mi rimase più dubbio; l'imbarazzo pinto sul suo volto dava impronta di verit

In bando dal talamo, dal trono, dalla reggia, dalla patria; non basta?... Oh cielo! intera mia fama sola rimaneami; sola mi ristorava d'ogni tolto bene: prezíosa dote erami indarno da colei, che in non cal tenne la sua, invidíata: ed or mi si vuol torre, pria della vita? Or via; Neron, che tardi?

Se io dirò che in quel punto non erami facile sorridere, sarò creduto; ma per non parere da meno, composi le labbra ad una smorfia che voleva essere un sorriso. E chi pensi come incominciassi appena allora ad invaghirmi d'Ortensia, e come l'amore muova i primi passi sulla via della vanit

SENECA Erami noto Nerone assai; ma pur, nol niego, or sono d'atro stupor compreso. Ognor piú fero ch'altri nol pensa, egli è. OTTAV. Seneca, ad alta impresa, io te nel mio pensiero ho scelto. S'hai per me stima, amor, pietade in petto, oggi men puoi dar prova. A me giá fosti mastro di onesta, e d'incorrotta vita; di necessaria morte esser mi dei or tu ministro.

Appena aprii l'uscio, sentii un grand'urlo un urlo, come di chi prova paura. Mai erami successo in tutta la vita di venire accolto in quel modo sapea farmene ragione, per quanto mi scervellassi. L'urlo era stato proferito dalla proprietaria, che finora si era mostrata gentilissima ed educatissima a nostro riguardo. O non siete morto? Mi disse finalmente di dietro il banco l'ostessa.

Risposi che in quello infortunio non erami grave il morire, che avrei stimato vilt

Erami duro vedermi innanzi ognor colei, che s'ebbe, non lo mertando, il mio Neron primiera: ma, del suo esiglio paga, a' suoi delitti stimai che pena ella ben ampia avesse, nel perder te: pena, qual io... NER. Deh! lascia parlar Seneca, e il volgo. A Roma or ora chiaro farò, qual sia quest'idol suo.

Cellini, erami assai duro ed ingrato il tempo, quando in cieca ira venìa a 'l grand'assedio de la vita mia Amore con suo dardo avvelenato. Ben ora a più gioconda signoría una donna il mio senso ha costumato, risuscitando ne 'l mio cor placato uno spirto amoroso che dormía. Con che mitezza accenna la sua faccia, tra 'l diffuso fiorir de' ricci biondi, in un colore angelico di perla!

E poichè l'una cosa chiamava l'altra, volli sapere se Ortensia mi amasse ma la margherita erami stata tolta pur essa dal vento; io me n'era accorto; però rimpiansi il segreto della mia pace involatomi colle ultime foglie della mia povera sibilla. Ridiscesi il facile pendio della collina, e così chiuso nei miei pensieri, mi ritrassi nella mia cella. Non volli vedere alcuno.

Nella mia custodia erami Tito di non poco giovamento il quale, pratico di quelle contrade, non aveva voluto più abbandonarmi. Ma ove non arriva la malvagit