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73 Di questo Orlando avea gran doglia, e seco indarno a sua sciocchezza ripensava. Cor mio (dicea), come vilmente teco mi son portato! ohimè, quanto mi grava che potendoti aver notte e meco, quando la tua bont

Il pianeta da lei osservato al primo sentire della musica, non si vedeva ancora, e cedendo ad una impressione superstiziosa, guardava attenta la parte del cielo in cui doveva apparire, aspettando la melodia nello stesso momento. Alfine esso comparve, rifulgendo sopra le torri orientali. Emilia tese l'orecchio, ma indarno.

Ad un cenno dell'illustre clinico il dottor Leoni lo aveva seguito, uscendo adagio, quasi inavvertiti, colla scusa di andarsene subito per altre visite, ma profittando invece di quel momento per sottrarsi al finale di una scena indarno straziante.

Egli non mi amava, lottava indarno colla sua amicizia per trasformarla in amore; mi avrebbe sposata e l'avrei fatto infelice. Gli altri mi subiranno come un inconveniente della mia dote: ecco che cosa sono, sapendolo troppo bene per poterlo mai dimenticare. Voi esagerate. No, maestro, siate grande e sincero come sempre: sapete benissimo che ho ragione.

Io lo sono stata sino dalla nascita. Il dottore aveva tentato indarno di farla parlare ancora, poi se ne era andato più triste di prima. Al momento della partenza Bice lo incaricò dei saluti per tutti, meno che per De Nittis: il dottore non confidò questa prova che cinque giorni dopo alla contessa Maria. Non ha mai ricordato De Nittis durante la vostra visita? No.

E dice: Vecchio, hai lavorato indarno: Indarno il sangue hai dato: E piangesti e non fosti consolato, E dolcezze non ebbe il corpo scarno. E dice: L’implacabil malattia Che infesta la risaia, Che nei tugurî senza sol si sdraia, Mista d’odio, di fame e di pazzia, L’implacabile e scialba malattia Ti prese, ebete, nudo, Affranto; e nel rigor d’un verno crudo Ti condusse a la morte.

Sei stanca! le chiese cercando indarno cogli occhi una panca. Infatti Bice si appoggiava sempre più al suo braccio. Qui, le disse, fermandosi per farla sedere sulla base di un pilastro. Era rimasto in piedi dinanzi a lei, poi anch'egli le sedette vicino.

Indarno il buon padre, vedendola così impressionata, tentò di calmarla con parole di speranza e di perdono; egli la trovò, con sua sorpresa, quasi insensibile. Un grande velo si era squarciato, una ferita impudica le aveva rivelato brutalmente ciò di cui non sospettava nemmeno l'esistenza: il male. Or la sua fierezza rivoltata si rifiutava a qualsiasi consolazione.

Erano passati quasi due mesi dalla morte della signora Chiara. Ma la calma non era peranco rientrata nello spirito del professore. Indarno aveva egli cercato di darsi con febbrile foga a nuovi lavori. Dopo breve tempo si sentiva stanco. Ed a certi momenti, colto da un'improvvisa sfiducia del proprio ingegno, provava dinanzi alle opere sue quel profondo inesplicabile sgomento, che nelle ore dell'amarezza fa sembrare misera illusione tutto ciò che poco prima, al raggio della felicit

E giunge finalmente sulla riva del Tevere, in vista di San Pietro, davanti a un'ara modesta, donde cento voci fioche lo salutano: Noi pur, noi pur pugnammo in cinque contro venti, E non fu indarno, o patria, il sangue, il morir!