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Da questo cielo, in cui l'ombra s'appunta che 'l vostro mondo face, pria ch'altr'alma del triunfo di Cristo fu assunta. Ben si convenne lei lasciar per palma in alcun cielo de l'alta vittoria che s'acquisto` con l'una e l'altra palma, perch'ella favoro` la prima gloria di Iosue` in su la Terra Santa, che poco tocca al papa la memoria.

Venti, dicea, che da principio venti Pria che 'n aria vi fosse il soffiar dato Nulla eravate; e con le man possenti Dio poi creovvi, e vi pose in stato; Udite, o venti, il suo volere attenti; Nel mar scendete e con terribil fiato Gonfiate l'onde e 'n suo cammin dispersi Siano i perfidi Turchi al fin sommersi.

È forse la Galatea Virgiliana? Appare anch'essa in due versi di Dameta, che fa agli strambotti con Menalca, come due capri farebbero a' cozzi in un prato. Ricordando la scena del San Donato, si potrebbe tradurre così: "Un pomo in su la testa "Matta fanciulla, Galatea m'assesta; "E se ne fugge via "Fra i salci, ed ama esser veduta in pria."

Sei proprio un Perù; ma pria che io nella moltiplicit

"Che cosa fanno?" bisbigliò Alice all'orecchio del Grifone. "Non possono aver nulla da scrivere, perchè il processo non è ancora cominciato." "Scrivono i loro nomi," bisbigliò in risposta il Grifone: "temono di scordarsene pria che il processo sar

Io gia pensando; e quei disse: <<Tu pensi forse a questa ruina ch'e` guardata da quell'ira bestial ch'i' ora spensi. Or vo' che sappi che l'altra fiata ch'i' discesi qua giu` nel basso inferno, questa roccia non era ancor cascata. Ma certo poco pria, se ben discerno, che venisse colui che la gran preda levo` a Dite del cerchio superno,

Opera naturale e` ch'uom favella; ma cosi` o cosi`, natura lascia poi fare a voi secondo che v'abbella. Pria ch'i' scendessi a l'infernale ambascia, I s'appellava in terra il sommo bene onde vien la letizia che mi fascia; e El si chiamo` poi: e cio` convene, che' l'uso d'i mortali e` come fronda in ramo, che sen va e altra vene.

dal destro vedi quel padre vetusto di Santa Chiesa a cui Cristo le clavi raccomando` di questo fior venusto. E quei che vide tutti i tempi gravi, pria che morisse, de la bella sposa che s'acquisto` con la lancia e coi clavi, siede lungh'esso, e lungo l'altro posa quel duca sotto cui visse di manna la gente ingrata, mobile e retrosa.

Qual venne a Climene', per accertarsi di cio` ch'avea incontro a se' udito, quei ch'ancor fa li padri ai figli scarsi; tal era io, e tal era sentito e da Beatrice e da la santa lampa che pria per me avea mutato sito. Per che mia donna <<Manda fuor la vampa del tuo disio>>, mi disse, <<si` ch'ella esca segnata bene de la interna stampa;

Era ivi presso Abenamar, che sposo Non pria godèo de la bellezza amata, Che per legge real mosse doglioso Presso l'insegne de la gente armata. Or quì l'arco di gemme luminoso Depose in terra e la faretra aurata, E ginocchiato in ripregar mercede, Umil baciava al gran nemico il piede.