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Dio buono, vi ringraziodisse Emilia con fervore. «Ora mi resta qualche speranza. Che dite mai, signorina? vorreste voi cadere nelle mani dei nemici? Non possiamo star peggio di quirispose Emilia.

In quella sala ora non risuonavano più i canti, le voci liete, ma solo il pianto delle due donne. Antonietta fu la prima a rompere il silenzio. Roberto ascoltò impassibile tutte le penose rivelazioni.

Ora dunque chi avrebbe potuto biasimare un consiglio che forse sarebbe ancora tempo di seguire? Quelli soli che rimproverano i Ministri di rinunciar soli a una legge concessa dal tradimento di chi aveva il suo mandato dal Popolo; dal Popolo che d

No, Loreta, non vi pentite della parola, che più forte di voi vi è sfuggita dal cuore. Sarebbe inutile ora: non potreste più togliermi la felicit

A quest'attacco la moglie di Sandro si voltò e mostrò una faccia così corrucciata, che la provocatrice rimase interdetta. Ma ora l'offesa non poteva più contenersi. Si gettò con impeto sulla nemica; le afferrò i polsi con le sue dita di lavoratrice, vere morse di ferro; e spingendola contro il muro, la inchiodò , gridandole con lo strozzamento della collera: Vergognati!... Vergognati!...

I popoli africani non meritano il tuo sacrificio. Nessuno merita nulla, e il Sinrun è per coloro che non lo meritano! Ora non lo comprendono, ma lo comprenderanno! Lo odiano, ma lo ameranno! Sono ciechi, ma vedranno! Il Sinrun può tutto. Sento la sua forza benefica qui nel petto. Che gioia! Non me lo hanno rubato! Ci sono tutte, tutte, le pelli scritte. Contiamole... Sono ventidue. Ti aiuterò.

Io mi son taciuto « disse il cardinale », dappoichè, santo padre, quivi non si trattava ribattere parole con parole, ma distruggere fatti. Ora e' d

Le barche, dice uno, ballavano come scodelle nelle mani di un ubriaco. Il Piave era ubriaco, pazzo, questa notte. Ma ora è vinto; cede. Abbiamo lavorato bene, questa notte. Tutto passa davanti a Nervesa. Al ponte della Priula, quelle carogne resistono. E i pontieri si allontanano trascinando i piedoni mostruosi. Il cannoneggiamento è un rombo continuo. E noi che facciamo?

Che cosa voglio? ella ripetè, deponendo la tazza sulla sottocoppa. Chiedimi piuttosto che cosa non voglio. Non voglio il matrimonio, per ora almeno, col conte Duccio Massenti. È troppo presto: non lo conosco. Sfido io! esclamò con un largo gesto la signora Carlotta. Se lo mandi lontano, ogni volta che cerca avvicinarsi, il poveretto!...

Fra pensier varj ora rivolge in mente Scettri, corone, e quegli onor cotanti, Onde fu lieta; or la stagion presente, E l'acerbo dolor, ch'ella ha davanti; Quando poscia partir l'anima sente, Compone il busto, e con le man tremanti Sul volto si dispiega un aureo velo, E traendo sospir fassi di gelo.