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Udendo Alcmero il ragionar pungente, Di disdegno turbò l'aspra presenza, E rispondea: cosa rivolgi in mente? E qual di favellar pigli licenza? Serba tai modi per la vulgar gente, Perchè con esso me poi farne senza, Che da lontano a guerreggiar mi mena Mio libero voler su questa arena.

Bastiti, e batti a terra le calcagne; li occhi rivolgi al logoro che gira lo rege etterno con le rote magne». Quale ’l falcon, che prima a’ pié si mira, indi si volge al grido e si protende per lo disio del pasto che l

Ma chi pensasse il ponderoso tema e l'omero mortal che se ne carca, nol biasmerebbe se sott'esso trema: non e` pareggio da picciola barca quel che fendendo va l'ardita prora, ne' da nocchier ch'a se' medesmo parca. <<Perche' la faccia mia si` t'innamora, che tu non ti rivolgi al bel giardino che sotto i raggi di Cristo s'infiora?

Bastiti, e batti a terra le calcagne; li occhi rivolgi al logoro che gira lo rege etterno con le rote magne>>. Quale 'l falcon, che prima a' pie' si mira, indi si volge al grido e si protende per lo disio del pasto che la` il tira, tal mi fec' io; e tal, quanto si fende la roccia per dar via a chi va suso, n'andai infin dove 'l cerchiar si prende.

Sembra per te il Signore Più che per altre terre arder d'amore! Sembra nelle tue dolci aure più vago Emanar de' suoi cieli il bel sorriso; Sembra del Paradiso Volerti Iddio sovra quest'orbe imago! Sugli emuli tranquilla Rivolgi pur la tua regal pupilla. Or quel popolo or questo andare altero Può primeggiando in forza d'auro o ferri: Pur non ve n'ha che atterri Il tuo sublime sulle menti impero.

"Ho sentito qualche cosa che le rassomiglia," rispose Alice. "La va di questo verso," continuò il Cappellaio: "'Ti rivolgi a me, fettata, Teco il pane aggiungerò!" Giunto quì, il Ghiro si dette una scossetta, e cominciò a cantare in mezzo al sonno "Teco il pane; teco il pane aggiungerò " e via, via andò innanzi, sino a che gli si dovettero dare de' pizzicotti per farlo tacere.

Alle insegne, al portamento ravvisa Anselmo, e barbaramente esultando precipitandosi a valle, lo chiama alla tenzone. Cessino l'armi, soldati: lascia, vituperato rapitor di fanciulle, di mostrarti prode sul volgo: il bastone e non la spada si conviene all'imbelle tuo braccio. Qui, qui ti rivolgi, è la mia che ti attende e vuole insegnarti quanto valga un Nebiolo, eroe da tradimenti.

però ripiena di celeste ardore, di gloria accesa e colma di mercede; vaga di bello e di perpetuo amore: di grazia albergo e di bellezza erede, sola fra noi vivete in dolce amore, del ben del Ciel facendo in terra fede. Del Cardinale Ippolito De' Medici Anima bella, che nel bel tuo lume divino interno ti rivolgi e giri, e indi in voce dolcemente spiri il suon ch'avanza ogni mortal costume;

Sgombra la tema; e giù del core in fondo, Stabilissima sia la tua credenza, E ti rivolgi al Correttor del mondo, Chè contra il suo voler non è potenza. Perfido spirto, e de l'abisso immondo, Apparve poco dianzi a tua presenza, E come ei fosse de' celesti un nume L'orribil forma rabbellì di lume.

Mostra, ninfa gentil, il bel sereno de la lucida tua tranquilla fronte; de la cui vista l'aere e 'l ciel d'intorno d'ogni parte s'allegra e si rischiara. Rivolgi a me i begli occhi: o occhi belli, occhi leggiadri, occhi amorosi e cari; più che le stelle belli e più che 'l sole: e a me cari più che armenti e gregge: più che la vita cari e più che l'alma.