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Sicuro.... sicuro interruppe Giuliano, per secondare la Baronessa. Giusto.... mi diceva, e io rispondeva che tu facevi malissimo, ch'era una delle tue ubbie solite, e che io permettendolo avevo fatto una corbel.... Ma la Baronessa, che studiava attentamente il viso di Milla, troncò con uno sguardo la trovata del Duca. Ti senti male? chiese alla Duchessa, con un mirabile crescendo di gentilezza.

Non m’importa saper donde tu venga chi tu sia, che farai domani. Non m’importa saper se le tue mani sien pure.

Non chiedo tanto. A me basta ch'ella non sia gelida e quasi repulsiva quando le parlo dei miei progetti.... Comprendo che Gioconda non deve essere l'apostolo del mio lavoro; ma non deve esserne neppure il nemico.... E che t'importa? disse Ariberto. Bada: nelle tue parole c'è una grossa esagerazione: io non credo affatto che la contessa sia nemica del tuo lavoro.

L'offerta del suocero lo toccò come un piccante aperitivo. Dove mi meni? Dobbiamo fermarci al Rebecchino? c'è una cucina sana. Mi metto nelle tue mani. Mentre una capatina in Borsa, puoi scendere e ordinare una costoletta. Con un risottino bianco...

Questa idea era così nuova per Alice, che restò muta qualche minuto; il Colombo ne profittò per soggiungere, "Tu vai occhiando le uova, lo comprendo; oh che importa a me che tu sia una fanciulla o un serpente?" "Ma importa moltissimo a me," rispose subito Alice; "pure ora non vado cercando uova; e quando anche ne cercassi non vorrei delle tue; crude non mi piacciono."

Oh, Dario! fece mia madre. Non celiare su certi soggetti. Rispetta le credenze e i sentimenti altrui. Tuo padre credeva in Dio; ci credo ciecamente anch'io, lo sai. Comprendo: l'amarezza che ti trabocca dal cuore ti spinge a parlare così. Non voglio che Fausta senta qualcosa di simile dalle tue labbra. La turberesti crudelmente. Hai ragione, risposi mortificato. Non mi accadr

«Vattene dunque, e mi lascia morire in pace.» «No: finchè il velo della morte non sia calato sopra le tue pupille, scorgi il mio aspetto, e d

A me non bastan tue bellezze, o terra; Le indagai tutte, le ammirai, le ammiro; Ombre son vaghe, e morte a lor fa guerra: Io il ver sospiro. Ed in te solo è il vero, o impermutato Bello ineffabil che allumasti il sole, Ed a' tuoi figli nella polve hai dato Vita e parole. Chi sei? nol so. Chi son? nol so.

Credi per certo che se dentro a l'alvo di questa fiamma stessi ben mille anni, non ti potrebbe far d'un capel calvo. E se tu forse credi ch'io t'inganni, fatti ver lei, e fatti far credenza con le tue mani al lembo d'i tuoi panni. Pon giu` omai, pon giu` ogni temenza; volgiti in qua e vieni: entra sicuro!>>. E io pur fermo e contra coscienza.

Sofia buttò le braccia al collo di sua sorella e la baciò; Lulù la trattenne un istante e le mormorò con voce carezzevole: Perchè non lo ami un pochino, Roberto? L'altra fece un moto brusco, tirandosi indietro, e non disse verbo. Sicchè riprese Lulù, stringendosi nelle spalle e cambiando discorso questa sera non vieni proprio con noi? No, ho mal di capo. Puoi andare con mamma. Delle tue solite.