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La` 've 'l vocabol suo diventa vano, arriva' io forato ne la gola, fuggendo a piede e sanguinando il piano. Quivi perdei la vista e la parola nel nome di Maria fini', e quivi caddi, e rimase la mia carne sola. Io diro` vero e tu 'l ridi` tra vivi: l'angel di Dio mi prese, e quel d'inferno gridava: "O tu del ciel, perche' mi privi?

TIRINTO dico, a costui 'l nostro Reno diè 'l patrio albergo; e poi, come 'l ciel volse, fu costretto a lasciare i dolci gioghi e pascer le sue gregge per le valli che 'l fiume, che detto ho, parte e abbraccia. Che dirò del pastor che l'Arbia onora? Di quel dotto pastore i cui vestigi van seguitando e pastorelli e ninfe, non altramente che lasciva greggia la lanuta sua guida?

al suon de la dolcissima armonia ferman le penne i tempestosi venti; stanno i giri del ciel taciti e intenti; e non ch'altri, ma Febo il corso oblìa. E qual alma mortal la mira e ascolta, ad ogni uman disìo tutta si toglie e con tutti i pensieri al cielo aspira. La mia, che mai da lei non si discioglie, col vago spirto suo da Amore accolta a quel si stringe, e 'ntorno a lei s'aggira. Dello stesso

Così dicendo il Pellegrin, la terra Bellicosa lasciava; e, la commossa Alma schiudendo a la serena luce, Che da l'italo ciel l'Arte diffonde, S'avvïava col

chiunque te pur una volta mira, sente sgombrar da l'alma ogni vil voglia, e arder tutta di celeste amore. Dunque ver me col divin raggio spira del disiato tuo santo favore, ch'io voli al Ciel con la terrena spoglia.

L'aer qua giù contra i furori inferni Tutto è ripien di messaggier celesti, E dal colmo del ciel fulmini eterni, Dianzi il vedemmo, a rimbombar son presti: O noi nati a soffrir tormenti e scherni! Ella nel così dir par che tempesti, d'atra spuma ambe le labbra asperge, E 'n furor novo il rio demon s'immerge.

Egli è colui che ai sopportanti oltraggio In guiderdone offre onoranza eterna; Colui che i fati del mortal lignaggio E il ciel governa. Misericordia ed equit

Mostra, ninfa gentil, il bel sereno de la lucida tua tranquilla fronte; de la cui vista l'aere e 'l ciel d'intorno d'ogni parte s'allegra e si rischiara. Rivolgi a me i begli occhi: o occhi belli, occhi leggiadri, occhi amorosi e cari; più che le stelle belli e più che 'l sole: e a me cari più che armenti e gregge: più che la vita cari e più che l'alma.

e così nulla fu di tanta ingiura, guardando a la persona che sofferse, in che era contratta tal natura. Però d’un atto uscir cose diverse: ch’a Dio e a’ Giudei piacque una morte; per lei tremò la terra e ’l ciel s’aperse. Non ti dee oramai parer più forte, quando si dice che giusta vendetta poscia vengiata fu da giusta corte.

così Beatrice trasmutò sembianza; e tale eclissi credo che ’n ciel fue quando patì la supprema possanza. Poi procedetter le parole sue con voce tanto da trasmutata, che la sembianza non si mutò piùe: «Non fu la sposa di Cristo allevata del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, per essere ad acquisto d’oro usata;