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Ci fermeremo a narrare diffusamente quest’avvenimento anch’esso luttuoso per parecchi motivi, per indi parlare della distruzione dei due Tempii di Gerusalemme, ma in particolare modo del secondo, maggiormente importante per noi. Infatti dal della sua caduta data non solo la cessazione della indipendenza politica d’Israele, ma il principio di quella lunga sequela di sofferenze e di persecuzioni inenarrabili, che se la mercè di Dio cessarono ora in quasi tutta l’Europa civile, e delle quali noi dobbiamo conservarne la memoria per solo rammarico di vedere distrutto quel centro dove serbavasi sotto un simbolo visibile la legge divina, e per ammirazione verso i nostri padri, che con invitta costanza verificarono alla lettera l’espressione di Davide: «Tutto questo soffrimmo ma non dimenticammo Te, (Dio) e non mentimmo al tuo patto», dobbiamo però constatare che pur troppo tali sofferenze e persecuzioni durano tuttavia in parecchie contrade, dove il sole della libert

Prima peraltro di passare oltre fa duopo arrestarci una diecina di minuti in un salotto di transito e precisamente presso una portiera che copre colle cortine il vano di una finestra entro il quale due persone stanno chiacchierando; sicchè potrem sentire quanto appresso. Oh quanto è amabile quella fanciulla! si dice anche sia molta ricca. Ne so più di te; si chiama Rosina.

So quanto te, e forse meglio di te stesso, come stanno le cose! Sarebbe stata una gran soddisfazione, una bella rivincita!

E io replicò Diana sono costretta a ripetere a te e alla mamma: No... Una riconciliazione oggi sarebbe un'ipocrisia, e io ho mille difetti, ma non sono ipocrita... Del resto che bisogno ha egli di me? Egli ha raggiunto la sua mèta; passata che sia (e passer

Bella, educazione squisita, intelligenza pronta, nome, titolo, patrimonio sicuri, ecco la vera contessa Vagli di domani. Io ne sarei contentissimo, per te e per tua madre.... E sai che cosa vuol dire far contento lo zio?

Quel sottile velen che nel virgineo Cuore s'instilla e paradiso umore Ti sembra E poi micidïali e tetre Le miserie del mondo a te dischiude. Era la una della mattina, nel fatale 27 maggio del 60, e qualche cosa di fatale veramente pesava nell'atmosfera. Tu ne sentivi la soma e ne andavi irrequieto. Non era, come abbiam detto, l'alito appestato del Simoùn , giacchè venti non se ne sentivano.

Oggi ho incominciato il lavoro di archeologia: non ho pensato a te e ho potuto lavorare. Mio padre è a letto, non si sente bene. Se di notte mi sveglio, i miei pensieri sono tristissimi. Che figlio sono io per lui? Che uomo d'onore sono io per te? Li capisci questi tormenti?

19 Disse al pagan: Me sol creduto avrai, e pur avrai te meco ancora offeso: se questo avvien perché i fulgenti rai del nuovo sol t'abbino il petto acceso, di farmi qui tardar che guadagno hai? che quando ancor tu m'abbi morto o preso, non però tua la bella donna fia; che, mentre noi tardiam, se ne va via.

Ma la Nena, moglie di lui, forse che avesse in astratto sentito parlare dei guaj del mondo e delle bisbeticherie dei signori, cagliava, e al garzone diceva: Non badargli! rimani qui. Pane non te ne verr

Forse un giorno, quando saremo lontani, tu da me, io da te, Madlen, e la distanza ed il passato