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Pronta mettesi in strada, e quando omai Era al seggio real lunge non molto Udì, come del Sol perdendo i rai Il promesso consorte era sepolto; Non sbigottissi, anzi sforzando i guai Del vecchio Autumedon s'offerse al volto; Ed ei vistala tal fece disegno Di dirla erede, e di lasciarle il regno.

Il tempo era queto e sereno, che appena la brezza vespertina increspava la superficie dell'acqua o gonfiava leggermente la vela indorata ancora agli ultimi rai del . I colpi misurati de' remi di qualche battello sturbavan soli il riposo ed il silenzio.

Or, come ai colpi de li caldi rai de la neve riman nudo il suggetto e dal colore e dal freddo primai, cosi` rimaso te ne l'intelletto voglio informar di luce si` vivace, che ti tremolera` nel suo aspetto. Dentro dal ciel de la divina pace si gira un corpo ne la cui virtute l'esser di tutto suo contento giace.

Ah ! disse il Priore, accompagnando la frase con un sospiro. È un ultimo ricordo di tempi felici. Ero infatti un uomo felice, quando militavo, sempre capitano di cavalleria, nell'esercito del rai

Ma sien grazie al Signor che, ne' profondi Delirii miei, pur non sorrisi io mai Agl'inimici suoi più furibondi: Sempre attraverso tutte nebbie, i rai Del Vangel mi venian racconsolando; Sempre la Croce occultamente amai.

Non Dio, ma un messaggero di lui ti vegno da quell'una luce, ove ben sette volte intorno avrai di me piú bianchi rai; da Quel senza cui nulla fiamma luce, ma come in vetro egli per noi traluce. «Anima facta est similis Deo, quia immortalem et indissolubilem fecit eam Deus. Imago erga ad formam pertinet, similitudo ad naturam». AUG.

19 Disse al pagan: Me sol creduto avrai, e pur avrai te meco ancora offeso: se questo avvien perché i fulgenti rai del nuovo sol t'abbino il petto acceso, di farmi qui tardar che guadagno hai? che quando ancor tu m'abbi morto o preso, non però tua la bella donna fia; che, mentre noi tardiam, se ne va via.

5 La donna incominciò: Tu intenderai la maggior crudeltade e la più espressa, ch'in Tebe e in Argo o ch'in Micene mai, o in loco più crudel fosse commessa. E se rotando il sole i chiari rai, qui men ch'all'altre region s'appressa, credo ch'a noi malvolentieri arrivi, perché veder crudel gente schivi.

Appena il grido de l'Eroe percosse Con sinistro rimbombo il ciel vicino, E le prossime schiere e la funesta Voce avvisâr dei minacciosi estinti, Tremâr tutti i Celesti, e verdi il volto Da la paura, si guardâr negli occhi Silenzïosi. Avvertì anch'esso Iddio L'imminente periglio, e com'era Sfidato e triste e non del fato ignaro, Sul primo che gli occorse eburneo seggio S'abbandonò. Stupidamente in giro Movea gl'inebetiti occhi, e non tosto Pipilargli a l'orecchio udì il divino Colombo, e sospirar, qual su la Croce, L'incarnato suo figlio, in un dirotto Pianto scoppiò, tutti adempiendo insieme Di stupore i Beati e di sgomento. Qual se dal fondo d'uno stagno, impuro Suscitator di sitibonde febbri, Leva un rospo un loquace inno alla luna, Tutte svegliansi a un tratto, e gli fan coro Le profetiche rane, onde a l'intorno Di chioccio chiacchierio suonano i campi; Tale, al pianger del Dio, per l'azzurrine Vòlte del vacillante Eden destossi Un suon di disperate urla e di pianti. Piangean le poverette alme digiune D'ogni gioia di nozze e d'ogni amore, E tu primo fra loro, o immacolato Fior dei Gonzaga. A un altarino innanzi Tutto adorno di ceri e di ghirlande Ei traducea l'eterne ore in ginocchio Mormorando preghiere a un Crocifisso D'indico dente elefantino. Il novo Gemito udito, in piè balzò, le ceree Mani protese, e, l'argentina voce Spaventato cacciando, a correr diessi Per li stellati corridoi del cielo. Accoccolata a un angolo romito La povera Teresa ivi giacea Stranamente ghignando. In lei si avvenne Il fuggitivo, e, qual fagian, che senta Dietro di del cacciator la pésta, Fra l'ovvie macchie il capo aureo nasconde, Tutto ai colpi lasciando il corpo esposto, Tal fra le gonne sbrindellate e conce De la squallida pazza il mal completo Garzon cacciò la paürosa testa, badò per la prima al sesso avverso. N'ebbe gioia la diva, e a quella guisa Che una grave bertuccia a' rai del sole, Tolto fra braccia un piccioletto amico, Tutta a forbirlo e a coccolarlo intende, Così, strillando allegramente, al vizzo Petto ella strinse il trepido fanciullo, E tante gli tessè d'intorno al corpo Con la lubrica man giochi e carezze, Che a la fine ei sentì corrergli il sangue Tale un'ignota volutt

Io son MAURIZIO; infra le torme ancise Tu me pregasti, io tue preghiere intesi; Ricorsi al Rege eterno, ed ei commise Che fossero tuoi giorni oggi difesi. disse al gran Campione, indi sorrise Tra' chiari rai di caritate accesi, Quasi de le sue glorie ei lieto fosse; Poscia novellamente a parlar mosse: LII