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Dalla finestra di fianco al suo letto, Lucia stette a vedere le nuvole rosee che gettavano su 'l mare una luce fantastica, finchè, lentamente, il sole, sfolgorante, grandioso, illuminò maestosamente il mare, i monti, in distanza; ogni cosa. Lucia si alzò; si vestì e pensò che l'Autore di tanto cose sublimi, non avrebbe potuto permettere che nel suo cuore fosse spenta ogni luce di speranza.

Il paese intiero era avvolto nelle tenebre, e lasciava scorgere solo indistintamente qualche parte del giardino. Emilia, appoggiata alla finestra, considerava quel tenebrore con rispettoso silenzio, ed alzava gli occhi al cielo adorando i decreti del Supremo Fattore.

Io leggeva bene ne' suoi sguardi un'espressione d'affanno, ma come decifrarne la causa? Una sera pareva che non potesse staccarsi dalla finestra; il suo sguardo melanconico non prendeva più le precauzioni del solito giro per giungere a me, ma mi colpiva direttamente, e durava a lungo, languido e doloroso. Finalmente l'oscurit

Ma Pietro Folengo era ministeriale per costituzione psicologica e avversarlo sarebbe stato come fargli un salasso. Alle undici se ne andò; sùbito, Lidia mi disse: Vado a letto; mi sento poco bene. Si levò dalla sedia con apparente fatica, e finse trascinarsi fino alla soglia della sua camera. Qui, si rivolse e appoggiò una mano alla fessura della finestra, ch'era nell'angolo.

Emilia ritirossi a passi lenti, e quando fu giunta nella sua camera, esaminò attentamente se vi fosse nascosto qualcuno, chiuse la porta, e si mise a sedere vicino alla finestra. La misera avrebbe forse perduta la ragione, se non avesse lottato fortemente contro il peso delle sue sciagure.

Questo grido disperato echeggiava per tutti gli angoli della mia casa, nel salotto austero che prendeva sotto il sole un ardore di fiamma, nel giardino tante volte percorso insieme, nel bosco delle acacie dove una sera mi ero sentita invasa dai suoi ideali, alla finestra che sembrava aver ritenuto l'eco della sua voce prorompente nel silenzio della notte, sul guanciale in cui avevo soffocati i primi singulti del mio amore.

Una donna scapigliata, e per fortuna robustissima, presentossi sulla scena. Essa aveva osservato tutto dalla finestra. Avventossi come una furia nel più folto della moltitudine, e con una voce stentorea esclamava: «Quello è mio figlio!... mio figlio! mio figlioed alle parole accompagnando le busse, giunse fino al giovine, che strinse nelle sue braccia e coprì col nerboruto suo corpo.

Colui che riusciva a colpire la pentola riceveva in premio due paoli da un prete che esercitava le funzioni di giudice del campo. Quando la pentola fu rotta ed il giuoco terminato, ebbe luogo la tradizionale tombola. Il premio consisteva in una pezza di stoffa in cotone, che pendeva da una finestra.

So però che un giorno essi si incontrarono allo stesso punto. Il marchese di Acquafredda con una lettera modestissima chiedeva al padre di Emma la di lei mano. E proprio nello stesso giorno l'ingegnere Rinaldini, trovandosi alla sera solo con lei nel salotto nel vano d'una finestra, chiese con voce tremante ad Emma, se vorrebbe dividere la vita con lui.

Lo ritroviamo infatti seduto in un'ampia poltrona, vestito il più leggermente che sia possibile, vicino a una finestra del terzo piano di una casa pulita e affatto moderna, in una via tortuosa d'uno dei vecchi quartieri.