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Lucia e Adele, con l'ombrellino aperto, trotterellavano via svelte e leggiere chiacchierando con la confidenza benevola e rispettosamente affettuosa, che sempre è fra una padroncina buona e giusta, e una domestica riconoscente e affezionata.

Non dirò parola ad anima viva. Berto fece un cenno con la mano; qualche coppia passava, dirigendosi al salone da ballo e chiacchierando; alcuni cavalieri sopraggiunsero, diedero un'occhiata, videro la sala vuota e se ne andarono di nuovo. Ha notato, contessina, che stasera non c'è Flopi? riprese Berto con la sua voce più melliflua, piano piano. Non ho notato nulla! rispose Giselda bruscamente.

Ella favellava con ciascuno e con tutti nel tempo stesso, indirizzando la parola in inglese all'uno, rispondendo in russo all'altro, parlando in tedesco, per mettere sulla via un Prussiano che schermeggiava di un francese a mo' di singhiozzo. Il principe di Lavandall aleggiava intorno al circolo, e, pur chiacchierando con un maresciallo, non perdeva una sillaba, un movimento di Regina.

Cattivo!... balbettò Lalla con un filo di voce. Giacomo la guardò fissamente, senza parlare. La musica del valzer era finita, e adesso l'instancabile maestro cominciava sul pianoforte i primi accordi che preludiano i lancieri, mentre le coppie si univano, si avviavano chiacchierando al loro posto.

E accennò a sinistra. Indi soggiunse. Ma, con questo buio, sfido a vederci..... Domani, domani. Chiacchierando così, si arrivò ben presto a una casa isolata in cima alla collina. La porta d'ingresso era aperta, e lasciava veder una tavola apparecchiata e rischiarata da un lume a petrolio. Nel vano della porta si disegnava una figura di donna.

La sala era vasta, e mentre i commensali, alzatisi da tavola, stavano chiacchierando in un angolo, quattro fantesche, giovani e forti montanine, sparecchiarono in un batter d'occhio. Gino si avvide del cambiamento di scena, quando ogni cosa era fatta.

A Roberto Bracco. Massimo era solo. L'amico d'infanzia, non veduto da anni e poi incontrato improvvisamente per la via, dopo il lieto riconoscimento era venuto, alle sette, a pranzare in casa di Massimo. E costui che trascinava pesantemente il fardello di un'estate cittadina, mentre tutti gli altri anni era partito nel mese di giugno, si riprometteva una buona serata di ricordi, in compagnia dell'amico ritrovato. Avevano, infatti, passato due ore insieme fra il pranzo, la sigaretta e i liquori, chiacchierando dei tempi antichi, cominciando tutti i loro discorsi con un ti ricordi, sorridendo vagamente alle care memorie che si affollavano alla mente, interrompendosi talvolta, dando in qualche esclamazione di rimpianto, di nostalgico desiderio. Ma nella amichevole giocondit

Anch'esso ha il suo fascino, la sua poesia... e tu sei poeta... Ma, capisco, non riesci a persuaderti che la poesia possa trovarsi a suo agio in una miniera di zolfo. T'inganni. La poesia c'è dappertutto. Ma non la s'incontra mai alla superficie.... È come un minerale prezioso..... Per trovarla bisogna scavare. Chiacchierando così, i due amici ritornavano lentamente verso casa.

Dopo molto vagare trovarono l'Hôtel des Colonies; ed ecco il languido facchino seduto ad aspettarle colla valigia, chiacchierando intanto colla magra ed energica proprietaria.

Chiacchierando della signora Maddalena, e compiangendola d'essere madre di quel Giuliano, sui fatti del quale tiravano giù a distesa; giungevano a piè del castello, che gi