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Lalla, come non somigliava punto alla duchessa nel viso, così ne differiva nell'animo. Ella era il carattere stesso del duca: lo stesso egoismo, e la stessa leggerezza. Come Prospero davanti a sua moglie, così anche Lalla provava una certa soggezione davanti a sua madre.

E la signorina aveva minor colpa che non paresse alla prima. Abituata, come si dice, a nuotare nell'abbondanza, il danaro non lo conosceva altro che di nome. Era una sporcizia ch'ella appena toccava colla punta delle dita per farne elemosine, e che credeva colasse giù, naturalmente, dalle mani sempre piene de' suoi agenti e de' suoi grassi e numerosi fittaiuoli. Lalla aveva tutto ciò che voleva senza cavar mai un soldo dal borsellino e, per ciò, come avrebbe potuto fermarsi per riflettere se anche a Sandro, o no, capitava la roba con la stessa facilit

Lalla, senza udire le parole, aveva indovinata la manovra dell'Ottavia, e perciò si sentì pungere vedendo che il giovinotto la faceva servire da comodino. Bravo, signor Alessandro!... nemmeno un giro di polca! Se mi fossi appena immaginato ch'ella si potesse degnare... Via, via, non dica bugie; per me non c'è tempo! Scherza, lei, scherza... ha sempre voglia di scherzare...

Sandro aveva ragione. L'anello che Lalla teneva in dito era il suo, la turchina colle rose d'Olanda; lei però non ci pensava ormai più da che parte le era venuto; lo portava sempre perchè le piaceva, perchè era molto carino.

Lalla seria, mesta, riceveva quelle carezze con una docilit

Subito appena si furono spiegati, fu la prima Lalla a trattare Giacomo col tu, francamente senza esitare, giubilante di poter dire a stessa che quell'uomo, il quale faceva tanto discorrere di , quel babau della morale, era ai suoi piedi, era suo, era il suo amante.

Giorgio, infatti, era fermo da pochi istanti. Quel giorno al tocco, lo si sapeva, era aspettato alla sede del Comizio Agrario; ma invece la seduta era andata deserta. Egli allora, era una bella giornata di sole, ritornò a casa per prendere Lalla e fare insieme una passeggiata. Anche il Della Valle, come prima la Nena, sentì che Lalla non c'era, ma anch'egli pensò subito che l'avrebbe trovata da sua madre. Prima per altro, come faceva spesso, passò dal suo studio per vedere se fossero arrivate lettere od altro. Trovò il suo ragioniere, parlò di affari con lui, gli diede alcuni ordini e gi

Era proprio vero che la duchessina a Borghignano amava molto di più, o amava meglio, il Vharè, di quanto non lo amasse a Roma. Ma se a Roma il marchese di Vharè non rappresentava che un episodio della vita elegante di Lalla, a Borghignano, invece, ne formava l'argomento principale.

Ma io non ti risponderò, signorino bello! esclamò scherzando con Musette, la quale, veduta muoversi la padroncina, era saltata sul letto, vispa, festante, dimenando la coda, e abbaiando dall'allegrezza. No, no! e Lalla parlava colla cagnetta come se questa fosse appunto Sandrino.

Lalla inginocchiata, piangeva sempre, nascondendo la faccia nelle vesti di sua madre che, rigida e stecchita, nascosta dietro la tendina, non respirava, non viveva altro che per gli occhi, intenti in quell'uomo, sempre immobile laggiù, fra le colonne della chiesa. Era stata lei che aveva consigliato al Vharè di uscire.