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GERASTO. Ho maritata la tua padroncina. ESSANDRO. Con chi? GERASTO. Con un giovane romano, ricco, dotto e bellissimo. ESSANDRO. Chi è questo giovane cosí aventuroso? GERASTO. Cintio, figliuol di Narticoforo, maestro di scola dottissimo. Ci abbiam scritto tante volte che alfin siamo restati d'accordo della dote e d'ogni cosa. ESSANDRO. Come non n'avete fatto parola mai?

È tempo di finirla! aveva gridato Michele, proprio la sera innanzi, in quella che stava in cucina a rigovernare il vasellame da tavola, e non s'era addato della presenza della padroncina che passava presso. Che cosa? aveva chiesto Maria, fermandosi sull'uscio. Nulla, signorina. Parlavo da solo come fanno i matti. Non avete detto che è tempo di finirla? Ah , certo, gli è tempo.

Annetta gli parlò qualche tempo, ed egli le disse che, avendola lasciata uscire per andare a trovar la padroncina, veniva a rinchiuderla di nuovo. Questa temendo di essere sorpresa se continuavano a parlare in quel modo, acconsentì a lasciarlo entrare. La fisonomia franca e buona del giovane rassicurò Emilia, la quale implorò il di lui soccorso, se Verrezzi lo avesse reso necessario.

E la Nena le sussurrava all'orecchio e la faceva osservare i due gruppi. Ma che cos'ha, padroncina, sta poco bene?... No... un po' di caldo!... Ha ragione, qui dentro si soffoca; faremo aprire. Babbo... e la Nena corse da Ambrogio, il quale, quando seppe che la padroncina aveva caldo, non domandò il permesso a nessuno e spalancò tutte le porte.

Prima di partire, la duchessina si era fatta promettere da Sandro che questi manderebbe una sua lettera, ogni settimana, alla Nena; la Nena, che non sapeva leggere lo scritto, si sarebbe rivolta alla padroncina, la quale, in tal modo, avrebbe avuto notizie del giovinotto e avrebbe potuto leggere fra le righe ciò che riguardava lei solamente.

Buci non la intende così; ma ride, per cortese abitudine; frattanto gliene importa di me come dell'ultimo collarino che ha smesso. E come no? ne ha uno nuovissimo, di fettuccia rossa, col nome ricamato d'oro dalle mani della sua bella padroncina pro tempore. Per tenere un po' viva la conversazione colla signorina Kathleen, bisogna parlarle di Buci; ed io non mi lascio sfuggire l'appiglio.

Non capisco bene che cosa, infine, gli raccomando? s'arrischiò di domandare la Nena alla padroncina prima di firmare la lettera. Gli raccomandi di metter giudizio, e gli dimostri il tuo sincero attaccamento. Ma se il signor Alessandro se n'avesse a male? Tu non capisci nulla; sei scema e testarda! Va, va, mettici sotto il tuo nome ben chiaro, e porta la lettera alla posta.

La padroncina intanto l'osservava in silenzio, e la trovava alta e spaziosa come tutte le altre gi

In qual maniera? Se non temessi di offenderlo quel ragazzo l'avrei trovata da un pezzo la maniera. Dillo.... Se lei mi aiuta, padroncina, possiamo levarlo dai fastidi. Certo, ti aiuterò. Basta che egli non sappia da che parte gli vengono questi denari, e creda che glie li mandi il babbo. E invece?

Lucia e Adele, con l'ombrellino aperto, trotterellavano via svelte e leggiere chiacchierando con la confidenza benevola e rispettosamente affettuosa, che sempre è fra una padroncina buona e giusta, e una domestica riconoscente e affezionata.