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Dite piuttosto una ragione seria che vi spingeva a mentire. Per far piacere al signor Morena che voleva servita così la giustizia. Ma qual piacere facevate, e qual premio riceveste? La cessazione delle mie sofferenze. E gli altri che dichiararono come me, forse non mentirono?

Ci fermeremo a narrare diffusamente quest’avvenimento anch’esso luttuoso per parecchi motivi, per indi parlare della distruzione dei due Tempii di Gerusalemme, ma in particolare modo del secondo, maggiormente importante per noi. Infatti dal della sua caduta data non solo la cessazione della indipendenza politica d’Israele, ma il principio di quella lunga sequela di sofferenze e di persecuzioni inenarrabili, che se la mercè di Dio cessarono ora in quasi tutta l’Europa civile, e delle quali noi dobbiamo conservarne la memoria per solo rammarico di vedere distrutto quel centro dove serbavasi sotto un simbolo visibile la legge divina, e per ammirazione verso i nostri padri, che con invitta costanza verificarono alla lettera l’espressione di Davide: «Tutto questo soffrimmo ma non dimenticammo Te, (Dio) e non mentimmo al tuo patto», dobbiamo però constatare che pur troppo tali sofferenze e persecuzioni durano tuttavia in parecchie contrade, dove il sole della libert

Ecco ora le proposte: I. I Romani, fidenti oggi come sempre nell'appoggio fraterno della repubblica francese, reclamano la cessazione d'ogni ostilit

Il conte Veneri, presidente, aprí la seduta coll'aver raccomandato e fatto promettere il piú rigoroso silenzio in tutti gli oggetti che si fossero proposti, discussi e risoluti. Quindi passò a leggere, 1. una lettera del duca di Lodi, cancelliere guardasigilli della corona, data il 16, in cui lo autorizzava a convocare straordinariamente il Senato; 2. il messaggio che qui si unisce, lett. A; 3. un progetto di decreto, che parimenti viene qui allegato, lett. B. Alla replicata lettura di tali fogli, la di cui sostanza era di spedire a S. M. l'Imperatore d'Austria una deputazione, onde implorare la cessazione delle ostilit

Ambedue per qualche minuto rimanemmo taciturni, in potere di quei prestigi. Una malinconia confusa m'invadeva l'anima; l'oscura disperazione che è latente in fondo ad ogni amore umano si moveva dentro di me. D'avanti a quello spettacolo ideale, la mia stanchezza fisica, il torpore de' miei sensi, parevano appesantirsi. Mi occupavano il malessere, lo scontento, l'indefinito rimorso che seguono la cessazione delle volutt

E se la vita fu bene, perchè mai ci vien tolta? E se la vita fu male, perchè mai n'è stata concessa? Oh! l'ora della morte travaglia d'ineffabile angoscia. Io, che, per felice disposizione della natura, posso senza dolore e senza gioia guardare la contesa della distruzione e della esistenza, ho considerato l'uomo spento col ferro: egli aveva i capelli ritti.... le pupille terribili.... la bocca in atto di profferire una minaccia.... tutte le membra disposte a disperata difesa. Ho considerato l'uomo spento coll'arme da fuoco: i suoi occhi erano languidi.... il volto abbattuto, come quello dello estenuato da lungo patire. Finalmente ho considerato la forza della malattia mortale sul giovane, e sul provetto: in quello la vita lottò con vigore proporzionato alle sue forze, e gli ultimi suoi istanti furono atrocemente dolorosi; in questo, di cui l'alito avrebbe a mala pena potuto muovere una piuma, e appannare il cristallo accostatogli alla bocca, la morte parve imperversare meno furiosa, anzi calare lieve lieve la mano ghiacciata a stringergli il cuore. Ma e nello spento per ferro, e nello spento per fuoco, nel giovane, e nel vecchio.... in tutti ho osservato il gravoso affannarsi dell'agonia.... il ravvolgersi degli occhi desiderosi della luce.... il brivido celerissimo a fiore di pelle precursore della cessazione del moto.... la grossa lagrima distillata dal cervello gocciare giù per la pallida guancia.... tutte le membra contrarsi.... raccogliere coll'ultimo anelito in un sul punto la vita, e.... con un sospiro il cuore ha cessato di battere: l'eterna immobilit

Si chiamavano Scisma, Eresia, Maomettanismo quand’erano a piè del brutto monumento di Carlo III a S. Anna; ma qui davvero nessuno ne comprende il simbolo, specialmente dopo che Marabitti ve ne ha aggiunta un’altra, la Maldicenza. Due ore son passate rapidamente: e se non fosse il suono dell’Avemmaria, che impone la cessazione della musica ufficiale, non se ne accorgerebbe neanche un annoiato.

Ma siccome si sarebbe messo sfacciatamente dal lato del torto impedendo che ai lavoratori si trasmettesse una parola che poteva essere ascoltata e che consigliava la calma e la cessazione dei tumulti, così ricorse all'espediente di consentire l'appello purchè esso portasse la mia sola firma.

Una circostanza però gli porse ben presto il filo di Arianna del mistero che lo investiva. Dopo la cessazione delle feste e la partenza della vecchia principessa, la calma rientrò nel castello di Lavandall. E' non vi risuonava oggimai che una voce: quella del conte Alessandro.

Era da prevedersi che i francesi cui necessitava assicurarsi le retrovie per Civitavecchia, avrebbero fatto tutti gli sforzi per impossessarsi del punto più elevato della linea di difesa e vi misero tanta e tale importanza che per venirne al possesso adoperarono perfino il tradimento. Come il generale in capo non se ne sia preoccupato non si spiega. Era principalissimo suo dovere di provvedere durante l'armistizio alla fortificazione in modo efficace delle alture, nonchè delle ville e dei casini fuori porta San Pancrazio per servirsene come posti avanzati invece non pensò a nulla, e le conseguenze furono gravissime. E la imprevidenza non si arrestò a questo; il di giugno il generale Oudinot, come abbiamo visto, dichiarava la cessazione dell'armistizio dando l'annunzio che avrebbe aperte le ostilit