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Ministero del tesoro: VENERI, predetto, ministro TARCHINI Giovanni Battista, segretario generale CARNAGHI Amedeo, ispettore generale TORDOR

Da quel mento e dagli orecchi, piccini ed aggraziati che parevano una miniatura, avevano voluto essere forati profanati dalla selvaggia costumanza dei ciondoli, scendiamo al collo svelto e tondeggiante, che portava tutto intorno disegnata quella ruga sottile, simbolico cinto della bellezza, di cui le nostri Veneri insuperbiscono più assai che di un vezzo di gemme.

Certo è che l’interpetre parlò lungamente alle Veneri di Bohio; dopo di che esse si contentarono di baciare le mani ai figli del Cielo. E dopo averle baciate, vollero anche lavarle. Andarono infatti a prendere gli orciuoli dell’acqua, e ne versarono sulle mani degli ospiti. Dopo averle bagnate, era mestieri asciugarle, e le strofinarono diligentemente con batuffoli d’erbe aromatiche.

Dall'interna folla, sguizza traversando il sottoportico del Cappello una di quelle figure che basta vedere una volta perché vi restino impresse nell'anima tutta la vita. Le ciglia, gli occhi, i capegli d'ebano il più pulito e brillante adornavano un volto che avrebbe potuto servire a Tiziano per dipingere le sue Veneri famose. Il tipo di quella donna era veramente l'ideale della veneta bellezza.

S. Agostino ha precisato i principali caratteri del culto di Venere, constatando che vi erano tre Veneri in luogo di una: Quella delle Vergini, quella delle donne maritate e quella delle Cortigiane, dea impudica

Non appena il presidente conte Veneri ebbe terminata questa lettura, il conte Guicciardi, austriaco mitigato, surse a parlare, e propose di investigare anzitutto se la convocazione straordinaria del senato fatta dal guarda-sigilli fosse regolare, o se, all'opposto, il duca di Lodi non paresse adoperare piuttosto da capo dello Stato, mentre in realt

Non un libro d’oro ci ha tramandato coi nomi le opere di codeste donne; anzi i nomi stessi ci mancano, perchè molte di esse si restavano nell’ombra. Giornali che le mettessero in evidenza non c’erano: e la cronaca mondana correva orale piuttosto che stampata e divulgata come ora tra i curiosi e gli sfaccendati. Eppure a noi è consentito affermare che se non furono tutte Veneri le belle, la belt

Ecco adunque i motivi che il Guicciardi allegava, il 17 aprile del 1814, per opporsi alla proposta del duca di Lodi, del presidente Veneri, ec. Sia il lettore avvertito che ho sott'occhio il processo verbale della seduta del senato.

Non uno di quelli che avevano propugnata la proposta di un comitato segreto, o anche soltanto il messaggio del duca di Lodi, venne eletto membro di questa commissione, la quale fu tosto dal presidente Veneri invitata a riferire al senato sul datole incarico alle otto pomeridiane del giorno medesimo.

Milano, li 29 aprile 1814. Firmato VENERI, Presidente. GUICCIARDI, Cancelliere. La presente nota è stata sottoscritta ed approvata dagl'infrascritti conti Senatori,