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La sera del 29 novembre dell’anno 1295 aveva termine il suo martirio sulla terra. La notte innanzi ella aveva avuto una visione, la prima dopo cinque anni che recasse qualche sollievo alla sua anima travagliata. Ugo, il diletto Ugo, le era apparso, le avea perdonato, e la chiamava con .

[Nota 29:

Il 29, lasciando ivi parte dei miei bagagli, presi la strada che pel gias Murajon sale fin sotto il Passo Pagarì, colla intenzione di visitare il Lago Bianco ed il ghiacciaio del Clapier; però a tale scopo avrei dovuto a met

29 Le sopravenne Ferraù ed Orlando; che l'uno e l'altro parimente giva di su di giù, dentro e di fuor cercando del gran palazzo lei, ch'era lor diva. Corser di par tutti alla donna, quando nessuno incantamento gli impediva: perché l'annel ch'ella si pose in mano, fece d'Atlante ogni disegno vano.

Capitoli del regno di Napoli, pag. 26. Saba Malaspina, cont. loc. cit., pag. 333. Bart. de Neocastro, cap. 12. Capitoli del regno di Sicilia, cap. 8 di re Giacomo. Diploma del 27 gennaio 1281, nel citato catalogo delle pergamene del r. archivio di Napoli, tom. I, pag. 227. Diploma del 29 novembre tredicesima Ind. nel r. archivio di Napoli, registro di Carlo I, segnato 1269, D, fog. 203 a t.

Passò così il 29, e la mattina del 30 il Serafini, insofferente della mancanza di notizie del Guelfi, che a lui pareva prolungata, ed era naturalissima, mandò un espresso al Bagno per sapere qualche nuova dal Martini. Ma il Martini ne sapeva quanto lui, e gli rispondeva sempre calmo, sempre prudente con la seguente lettera senza data, senza firma, senza indirizzo: «Pregiatissimo,

29 Al primo suon di quella voce torse Ruggiero il viso, e subito levosse; e poi ch'uscir da l'arbore s'accorse, stupefatto restò più che mai fosse.

La domenica 29 siamo svegliati dal grido di el matera, el matera, cavaga, la pioggia, signori, che i nostri servi ci fanno intendere, sapendo quanto ci stesse a cuore questa brutta compagna, perchè nojosa nel viaggio e più che per questo, perchè gonfiando il Taccazè potrebbe tagliarci la via al ritorno. Una fitta pioggia aveva infatti durato tutta la notte e ancora continuava, ma bisogna prendersela con disinvoltura, sellare le mule e come splendesse il più limpido sole, mettersi in cammino. Ci avviciniamo alla gran catena del Semien, e diamo scalata ad un'altura ertissima dove il terreno bagnato rende il salirvi doppiamente faticoso e per noi e per le mule. Il cammino continua poi molto accidentato in continue discese e salite; per lungo tratto corre anzi su di una via dove la mano dell'uomo rese possibile il percorrere il versante di un enorme vallone, da dove durante qualche lucido intervallo in cui il vento ci libera per pochi istanti dalle moleste compagne, la pioggia e le nebbie, si intravedono valli scoscese e pareti rocciose di monti a profili orizzontali, interrotti da guglie. Siamo in una regione veramente alpestre, dove un vero sistema costituito, per così dire, di catene montuose surroga quel caos di natura sconvolta che percorremmo nell'andata, più al basso parallelamente a questa altezza. Frequenti corsi d'acqua gonfi in questa stagione abbiamo a guadare, e dopo una giornata veramente campale ci fermiamo verso il tramonto chiedendo ospitalit

Ma vi conosco ben io, e so che in tutti i segreti del partito ci ha mano il Bello, e non si fa un passo che egli non lo sappia, non si tenta una impresa ch'egli non c'entri. So inoltre che la sera del 29 avete fatto il debito vostro.... Non vi schermite, non infingete con me! Sapete pure che io non son uomo da tradire nessuno. Oh, signor Giuliani, non ho detto questo; ma gli è che io....

Nella carta dell'I. G. M., foglio 29, alla scala 1:50,000 al lago Salzia è assegnata l'altezza di 2270 metri; ciò è evidentemente un errore materiale di scrittura; l'altezza deve essere invece di m. 2670, come risulta anche dalle curve di livello.